« Vi ringrazio di aver accolto il mio invito perché, insieme, facessimo un discernimento franco di fronte ai gravi fatti che hanno danneggiato la comunione ecclesiale e indebolito il lavoro della Chiesa del Cile negli ultimi anni». Comincia così la lettera consegnata da papa Francesco ai 34 vescovi del Paese australe, al termine di tre giorni di riunioni nell’auletta Paolo VI. L’ultima ieri sera.
Al centro dei quattro incontri – iniziati martedì –, la missione degli inviati speciali della Santa Sede, Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, e Jordi Bertomeu, officiale della Congregazione per la dottrina della fede. E il rapporto di 2.300 pagine da questi ultimi scritto e consegnato a Bergoglio sull’intricata vicenda “Karadima-Barros”, ovvero le accuse mosse ad alcuni presuli di aver coperto gli abusi del sacerdote Fernando Karadima negli anni Novanta. Affermazioni su cui lo stesso Pontefice era stato in un primo tempo scettico, salvo poi mandare in Cile Scicluna e Bertomeu per chiarire definitivamente la questione. E ricevere a Santa Marta tre rappresentanti delle vittime: Andrés Murillo, Juan Carlos Cruz e James Hamilton. Nella missiva, Bergoglio ha ricordato indirettamente l’episodio: ad alcune delle vittime «io stesso ho chiesto di cuore perdono e voi vi siete uniti in una sola volontà, con il fermo proposito di riparare i danni provocati».
A tal fine, il Papa ha ringraziato i vescovi per la piena disponibilità «nel voler aderire e collaborare in tutti i cambiamenti e risoluzioni che dovremmo portare a compimento a corta, media e lunga scadenza, necessari per ristabilire la giustizia e la comunione ecclesiale».
«Siamo sereni e soddisfatti ma come lo stesso Papa molto addolorati», ha “commentato a caldo” l’episcopato cileno attraverso il portavoce delegato per l’occasione, monsignor Fernando Ramos, ausiliare di Santiago. Quest’ultimo ha anche ventilato la possibilità di un incontro con la stampa oggi per esporre i contenuti principali delle riunioni con il Papa. Mentre monsignor Bertomeu, autore dell’indagine insieme a Scicluna, in un’intervista a Telam s’è detto convinto che «a breve» si conosceranno le misure concrete – o, come li ha chiamati Francesco, «cambiamenti e risoluzioni» – adottate sul caso. Il sacerdote catalano ha definito, inoltre, «storica» per la Chiesa la scelta del Papa di riunirsi con i vescovi e affrontare insieme la delicata questione.