C’è stato un «effetto papa Francesco» anche nella raccolta dell’Obolo di San Pietro, l’offerta che ogni anno tutti i cattolici del mondo sono invitati a fare per aiutare le opere di carità del vescovo di Roma. Nonostante il perdurare della crisi economica la somma raccolta nel 2013 ha superato i 78 milioni di dollari contro i 65,9 ricevuti l’anno prima. Lo rivela l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, l’ecclesiastico che sovrintende alla prima sezione di questo dicastero vaticano, quella che storicamente ha il compito gestire, alle dirette dipendenze del Papa, l’Obolo.
Avvenire ha intervistato monsignor Becciu alla vigilia della solennità dei santi Pietro e Paolo.
Eccellenza, qual è il senso dell’Obolo di san Pietro?È quello di partecipare alla sollecitudine del Papa ai bisogni dell’umanità e della Chiesa. In concreto è un aiutare il vescovo di Roma, la Chiesa che presiede alla carità, proprio a fare la carità nel mondo. Grazie all’Obolo infatti il Papa si può far presente presso persone e situazioni che hanno bisogno di aiuto o che lo interpellano chiedendo un sostegno anche materiale.
Come viene raccolto l’Obolo?Nella solennità dei santi Pietro e Paolo, le colonne della Chiesa di Roma, o nella domenica più vicina a questa festa, in tutte le Chiese del mondo ogni singolo fedele è invitato ad offrire il suo obolo, piccolo o grande a seconda della propria disponibilità e generosità, in favore del Papa. E questo invito riguarda tutte le comunità e non solo quelle più facoltose. E devo dire che in base alla mia esperienza come nunzio anche le Chiese più povere offrono con grande entusiasmo quello che possono dare. In questo senso l’esperienza che ho fatto in Africa è stata magnifica.
Quanto viene raccolto con l’Obolo? Negli ultimi anni si è registrato, anche per la perdurante crisi economica, una diminuzione delle somme raccolte. Nel 2009 era stato di 82,5 milioni di dollari e nel 2010 di 67 milioni…In effetti nel 2011 si era risaliti a 69,7 milioni di dollari, ma l’anno successivo l’Obolo è sceso a poco meno di 66 milioni.
L'INTERVISTA INTEGRALE SU AVVENIRE DI DOMANI