giovedì 20 febbraio 2020
L'apertura degli archivi su Pio XII non riguarda solo l'Archivio apostolico vaticano, ma anche quelli di altre istituzioni. Grande attesa tra gli studiosi, già molte richieste da tutto il mondo
Papa Pio XII, pontefice per 19 anni dal 1939 al 1958

Papa Pio XII, pontefice per 19 anni dal 1939 al 1958 - Archivio Ansa

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Folla delle grandi occasioni in Sala Stampa vaticana per la presentazione dell’apertura degli archivi vaticani riguardanti il pontificato di Pio XII, dal 1939 al 1958, fissato per il prossimo 2 marzo. Segno di quanto sia considerato “storico” questo evento, non solo per l'annoso dibattito sul cosiddetto “silenzio” di fronte alla Shoah, ma anche perché si tratta, per lunghezza, del secondo pontificato del XX secolo dopo quello di san Giovanni Paolo II.

"La Chiesa non ha paura della storia, ma affronta la valutazione degli studiosi con la certezza che sia compresa la natura del suo operato". Ha esordito il cardinale Josè Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Infatti "mettendo a disposizione degli studiosi questo 'corpus' di documenti , la Chiesa segue una linea di secolare condivisione con gli studiosi senza preclusioni ideologiche, di fede o nazionalità. Tutti sono benvenuti". "La Santa Sede apre all'attenzione degli studiosi gli Archivi di un pontificato decisivo per la storia della Chiesa e del mondo", ha aggiunto il porporato ricordando che "l'apertura è un processo lungo e delicato, che prevede il dare ordine ai documenti, la verifica dell'inventariazione, il numerare e catalogare, un lavoro complesso durato anni".

"Gli argomenti e i soggetti sono molteplici - ha spiegato il porporato portoghese -, dalla storia religiosa alla storia politica, dal governo della Chiesa alle relazione della Santa Sede con gli Stati e la comunità internazionale, fino all'impegno della Santa Sede per la carità e per la pace".

Così al centro dell'attenzione degli studiosi vi potranno essere "il periodo bellico e il faticoso dopoguerra della contrapposizione tra due blocchi: ma al centro c'è sempre il Papa, Eugenio Pacelli, Pontefice dal 1939 al 1958, e con lui la Chiesa cattolica con le sue articolazioni e le sue opere". Secondo il cardinale Tolentino poi, "il lavoro di esame e di analisi comincia ora, il 2 marzo, ma occorrerà avere la pazienza di aspettare i risultati di un lavoro di valutazione che sarà lungo e complesso".

Il cardinale archivista ha precisato che l'apertura degli Archivi su Pio XII non riguarda solo l'Archivio apostolico vaticano, ma anche quelli di altre istituzioni: la prima e la seconda Sezione della Segreteria di Stato, in particolare per quanto riguarda i Rapporti con gli Stati, la Congregazione per la Dottrina della Fede, la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, quella per le Chiese orientali, la Penitenzieria Apostolica, la Reverenda Fabbrica di San Pietro. C'è quindi, secondo il porporato, "una pluralità di Archivi che aprono le porte", come pure "un'ampiezza di orizzonti che si aprono all'interesse degli studiosi".

E in questo quadro "sicuramente il dramma della questione ebraica e della Shoah è molto rappresentato, ma anche tante altre questioni della vita interna della Chiesa, dei rapporti con gli Stati, della ricostruzione del dopoguerra: tanta documentazione che testimonia la presenza e la fedeltà della Chiesa a Gesù nel tempo, nella storia".

Alla presentazione di oggi ha partecipato anche il vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio apostolico vaticano. “Noi crediamo - ha spiegato - che i documenti nuovi che si aprono in diversi archivi della Santa Sede siano in grado di chiarire meglio, approfondire e contestualizzare diversi aspetti del pontificato". E alla domanda se cadrà anche qualche 'leggenda nera’ su papa Pacelli, ha così replicato: "Speriamo di sì. Può darsi che ci sia del fumo. Noi abbiamo lavorato perché coi nuovi documenti il fumo si diradi".

Il cardinale Tolentino ha sottolineato che l’Archivio apostolico vaticano sta già “documentazione importante anche per tutto l'aiuto di carità che papa Pio XII ha promosso, e ci sono parecchi esempi del rapporto con il mondo ebraico. Su questo c'è un mondo molto ampio di documentazione". A questo proposito monsignor Pagano ha spiegato che è stata già preparata " una pubblicazioni in due volumi grossi sull'opera di assistenza del Papa”.

“ Io stesso - ha aggiunto - ho ordinato la beneficenza che il Santo Padre ha fatto: fiumi di denaro, questo apparirà molto chiaro, passavano per le sue mani, provenienti tante volte dall'America. E grazie a questi milioni che uscivano, si può dire ogni giorno dal Vaticano, si sono aiutate tantissime persone: abbiamo uno schedario di ventimila e 500 schede di aiuti prestati". "Io spero – ha proseguito - che quest'opera sia considerata dai ricercatori, perché questo Pontefice, che nei gesti pubblici era molto solenne e ieratico, nella vita privata era poverissimo. Sono passati denari infiniti ed è morto povero. Non ha trattenuto per sé neanche un dollaro".

Il vescovo Pagano ha poi spiegato di non ritenere che l'apertura degli Archivi su Pio XII incida in qualche modo sul processo di beatificazione, "perché noi abbiamo sempre lavorato a prescindere dalla postulazione. Se poi la postulazione vorrà avvalersi di quello che apparirà, questo è compito loro. Ma i due campi sono separati".

Il prefetto dell'Archivio apostolico ha inoltre sottolineato che già sono giunte richiesta da storici di parte ebraica. "Sì, diverse - ha precisato ai cronisti -. I primi frequentatori, il 2 marzo, saranno quelli del Museo dell'Olocausto, studiosi di Washington. E poi verranno ebrei di Roma, della Comunità romana e poi verranno studiosi di singole università. Abbiamo un buon numero di ebrei che naturalmente sono molto interessati. È ovvio". Finora gli iscritti sono più di 150 in totale, "di tutti i Paesi del mondo", ma "noi possiamo ammettere un massimo di 60 studiosi al giorno, compresi quelli che studiano altre epoche e non quella di Pio XII. Quindi prevediamo che avremo un anno di lavoro molto pesante, molto pieno".

Pagano con un filo di ironia ha confessato anche di "temere" che "presto" usciranno opere a partire dai documenti che si stanno aprendo ora, "perché la voglia di alcuni studiosi poco preparati, e sono sempre numerosi, che vengono in archivio per fare uno scoop e farsi passare per scopritori magari di qualche cosa che somiglia all'acqua calda, ci sarà”. “Uno studioso serio - ha aggiunto - dovrà preventivare per lo meno dieci anni di studio".

Infine una precisazione. Rimarranno riservati, in virtù della legge vaticana, gli archivi del Conclave del '39, quello che elesse Papa Pacelli, come pure avviene per quelli riguardanti le cause matrimoniali e i processi delle nomine episcopali".

"In tutto - ha concluso Pagano - quelli che saranno aperti a partire dal 2 marzo saranno 121 fondi e ventimila buste e fascicoli. Soltanto per Pio XII poi ne abbiamo molti di più".




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