Il Papa «non è amareggiato e lavora come sempre». Questo il commento che Avvenire ha raccolto martedì sera da un’accreditata fonte vaticana, sulle voci diffuse dall’agenzia di stampa Ansa che attribuivano invece a Francesco un sentimento di «amarezza». Motivo, il caso sollevato dall’arcivescovo ed ex nunzio apostolico Carlo Maria Viganò, con il suo documento diffuso domenica scorsa, una lunga denuncia delle presunte coperture di cui avrebbe goduto negli anni l’ex cardinale statunitense Theodore McCarrick – in merito alla sua doppia vita scandalosa, alle molestie sessuali e agli abusi di potere nei confronti di sacerdoti e seminaristi – da parte di alti esponenti della Santa Sede incluso lo stesso papa Francesco.
«Vi sembrava amareggiato domenica sera sull’aereo? Per favore» è stata poi la chiosa del direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke. Di fatto il Pontefice ha seguito anche ieri l’agenda dei suoi impegni con tranquilla regolarità. E non ha fatto menzione del caso che ha attirato l’attenzione della stampa internazionale in questi giorni. Coerente, Bergoglio, con quanto detto domenica scorsa nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Dublino: «Leggete voi, attentamente, il comunicato [di Viganò ndr] e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da se stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni. È un atto di fiducia: quando sarà passato un po’ di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò».
Però del tema degli abusi ieri Francesco ha parlato all’udienza generale, in riferimento al suo incontro con la Chiesa irlandese nell’ultimo fine settimana. «I vescovi irlandesi hanno intrapreso un serio percorso di purificazione e riconciliazione con coloro che hanno sofferto abusi» ha detto appunto il Pontefice in piazza San Pietro, «li ho incoraggiati nel loro sforzo per rimediare ai fallimenti del passato con onestà e coraggio, confidando nelle promesse del Signore e contando sulla profonda fede del popolo irlandese, per inaugurare una stagione di rinnovamento della Chiesa in Irlanda».
Martedì, intanto, Viganò ha rilasciato un’intervista al vaticanista Aldo Maria Valli - tra coloro che avevano pubblicato domenica il suo memoriale - manifestando «grande serenità e pace di coscienza », perché «la luce vince sempre sulle tenebre, non può essere soppressa, specialmente per chi ha fede».
Viganò ha respinto la definizione di «corvo» che gli è stata attribuita – «come avete visto con la mia testimonianza, sono solito fare le cose alla luce del sole» – così come le accuse di essere mosso da rancori per una mancata porpora cardinalizia o per l’allontanamento nel 2011 dal ruolo di segretario del Governatorato della Città del Vaticano. E ha smentito ricostruzioni della causa giudiziaria che lo vide contrapposto anni fa al fratello sacerdote don Lorenzo Viganò, per motivi di eredità, indicando la lettera che altri suoi tre fratelli firmarono nel 2013 a sua difesa.
Ieri il cardinale Angelo Becciu, citato nel memorandum di Viganò, nella Messa celebrata per la festa della santa patrona a Pattada (Sassari), suo paese d’origine, ha affermato che «il vero cristiano, il vero cattolico è chi è fedele al Papa». «Sarò sempre fedele e al servizio di papa Francesco e trovo incomprensibile chi sta a rimpiangere figure del passato» ha aggiunto il porporato.
Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, in un’intervista al Corriere della Seraha detto invece che «papa Francesco dà fastidio. Dietro gli attacchi ci sono forze oscure. Anche gli ecclesiastici hanno le loro debolezze e se ne fanno portavoce». Per Valentinetti, Bergoglio è «l’uomo più felice della terra» e «vive il suo ministero con tanta serenità». Il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole, ha comunicato in una lettera ai fedeli di avere indetto per domenica prossima «una speciale giornata di preghiera e di rinnovata fedeltà al Papa».