Un percorso di formazione che permetterà di avere in ogni diocesi alcune persone (quasi tutti laici e laiche) che potranno essere referenti e promotori dei cammini diocesani di formazione e prevenzione per la tutela dei minori». È questo lo strumento operativo che i vescovi delle diocesi dell’Emilia Romagna, riuniti nella Conferenza episcopale presieduta dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, propongono per fare argine e soprattutto prevenire la piaga degli abusi sui minorenni e le persone vulnerabili; e non solo nella Chiesa, da parte di sacerdoti e laici, ma anche «nella società e nelle famiglie».
Argine e prevenzione che non riguardano esclusivamente gli abusi sessuali, ma anche quelli «di potere e sulla coscienza». La proposta dei corsi di formazione (che, sottolineano, «abbiamo già predisposto») è contenuta in un Messaggio degli stessi presuli emiliano-romagnoli «al popolo di Dio delle Chiese dell’Emilia Romagna» diffuso ieri. Un’esplicita ripresa della Lettera al popolo di Dio di papa Francesco sulla piaga della pedofilia, della quale i vescovi dicono di condividere «la grande preoccupazione e il dolore» e che invitano i fedeli «a leggere e meditare, nelle parrocchie, nei consigli pastorali e nei gruppi di famiglie».
Assieme ai corsi (che sono stati predisposti, si spiega, «in linea con quanto sta preparando la Chiesa italiana») i presuli invitano le comunità cristiane a «creare occasioni di preghiera e digiuno, di riflessione, di penitenza». Lo scopo è quello di «essere uniti al nostro papa Francesco nel suo indiscusso impegno a fare verità e giustizia dentro e fuori la Chiesa». Una sentita affermazione, questa, di appoggio a Bergoglio di fronte alle accuse di aver «coperto» chi commetteva abusi fatte dall’ex nunzio, l’arcivescovo Viganò.
Da parte loro, i pastori dell’Emilia Romagna sottolineano che occorre impegnarsi a fondo, sacerdoti e laici, perché «il male non sia più nascosto ma opportunamente denunciato, perché il perdono e la guarigione dalle ferite, con la riparazione del danno, non siano un alibi, ma stimolo a mettere in atto una conversione di tutta la comunità cristiana e della società civile, perché si prendano le misure educative e operative per una prevenzione ampia ed efficace». «Nessuno – chiariscono con forza – deve essere coperto o giustificato, qualsiasi ruolo svolga. Il bene dei minori e dei più deboli deve stare sopra a tutto».
L’impegno, concludono i vescovi dell’Emilia Romagna, dovrà essere comune a tutti e soprattutto forte nei genitori, negli educatori, negli insegnanti, nei sacerdoti e nei catechisti. «La cura, la protezione, la vigilanza, la formazione propria e dei ragazzi o degli adolescenti deve creare ambienti e atteggiamenti di vera tutela e deve portare i minori a imparare a difendersi, a reagire, trovando adulti accoglienti e pronti ad ascoltarli e a intervenire».