martedì 4 dicembre 2012
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In un clima di generale pessimismo, sono poche le figure adulte che ispirano fiducia ai giovani. Tra queste, ai primi posti ci sono gli uomini di Chiesa. Parroci, missionari, educatori dell’oratorio e insegnanti di religione sono visti come punti di riferimento a cui aggrapparsi in questo momento di crisi. Non eroi solitari, ma rappresentanti di un’istituzione, la Chiesa, che viene giudicata positivamente da chi l’ha incontrata. Questo, a grandi linee, l’orientamento dei giovani italiani nei riguardi delle istituzioni, osservato da una ricerca dell’Istituto Toniolo, curata da un gruppo di docenti dell’Università Cattolica e realizzata da Ipsos con il sostegno della Fondazione Cariplo. I dati sono stati ottenuti da un campione di 7.500 cittadini tra i 18 e i 29 anni, ai quali è stata somministrata una batteria di domande sul livello di fiducia nelle istituzioni.In questa graduatoria, la Chiesa si piazza nella parte alta della classifica, ottenendo la promozione dal 29,63% del campione, dato che sale al 49,68% se si comprendono soltanto i credenti. «Il giudizio migliora ulteriormente – spiega Pierpaolo Triani, docente di Metodologia dell’educazione e dell’insegnamento all’Università Cattolica – quando dal generale si passa al particolare. Indagini condotte a livello diocesano, confermano che il giudizio sugli uomini di Chiesa (il parroco, i missionari e i docenti di religione) è migliore e supera abbondantemente la sufficienza, di quello riservato, dalle stesse categorie di persone, all’istituzione Chiesa nel suo complesso. La vicinanza e la conoscenza personale giocano un ruolo fondamentale».Senza appello è, invece, il giudizio dei giovani sulla politica e i partiti, che occupano stabilmente la parte bassa della classifica. In particolare, i partiti, con il 6,42% di voti positivi, si collocano all’ultimo posto, subito dopo la Camera dei deputati (10,5%) e il Senato (11,44%). Leggermente meglio si piazza il Governo, promosso dal 17,27% del campione.«Tra i giovani italiani – conferma Alessandro Rosina, demografo della Cattolica e curatore dell’indagine del Toniolo – si percepisce un clima generalizzato di sfiducia, che ne influenza il giudizio. Cercano concretezza e capacità di dialogo che, evidentemente, non trovano nelle istituzioni nazionali».Lo scenario cambia, anche in questo caso, quando è richiesto loro un giudizio sulle istituzioni locali. La Regione è promossa da quasi un giovane su quattro (23,78%) e il Comune da quasi uno su tre (28,85% di voti sufficienti).«Privilegiando il confronto diretto – riflette Rosina – sono più propensi a concedere fiducia a chi sentono più direttamente vicini alla loro vita e a quella della comunità civile in cui sono inseriti». In mezzo a tanto disorientamento, il sindaco è ancora per molti di loro una figura di riferimento importante. «Se la politica vuole tornare ad interessare le giovani generazioni – riprende Rosina – deve riuscire ad entrare in contatto con esse e, soprattutto, a riconquistarne la fiducia. Questa è una sfida che non riguarda soltanto la politica e le istituzioni, ma l’intera società».Scorrendo verso l’alto la classifica del gradimento, si incontrano la Presidenza della Repubblica, promossa dal 35,16% degli intervistati e l’Unione Europea, che ottiene la sufficienza dal 40,99% del campione.Ai primi tre posti, infine, si piazzano la Chiesa, promossa dal 49,68% dei credenti, le Forze dell’ordine (55,24% di giudizi positivi) e la Scuola e l’Università, che, nonostante tutti i problemi ancora aperti, svettano al primo posto con il 56,25% di sufficienze. «Il grado di approvazione sale tra coloro che hanno un titolo di studio alto – spiegano i ricercatori dell’Istituto Toniolo –. Rispetto alla ripartizione geografica, la fiducia tende ad essere maggiore dove scuola e università sembrano offrire migliori strutture e maggiori livelli di preparazione. Il voto positivo supera infatti il 60% al Nord, ma i valori sono comunque positivi, nella maggioranza dei casi, anche nel Centro e nel Sud».
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