Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri - Ansa
Italia veloce, senza più opere che si bloccano, a partire dagli appalti. Ma senza lasciare spazio alla criminalità. Il decreto è arrivato in Cdm a tarda sera ed è stato approvato salvo intese. Ma il giorno seguente è il premier Conte che, munito di slides, spiega punto per punto le novità del Dl Semplificazioni che permetteranno di «sbloccare una volta per tutte i cantieri». Il governo ha indicato 130 opere strategiche e il premier definisce questa riforma «un trampolino di lancio di cui l’Italia ha bisogno per il rilancio del Paese». Ma il velocizzare le procedure non può essere motivo per allentare le norme delle legalità, perché se è vero che si è in emergenza questo non significa che rilanciare il Paese e renderlo più competitivo comporti abbassare la guardia nei confronti della criminalità organizzata. «Alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti», sottolinea il presidente del Consiglio. Tra le opere strategiche ci sono la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l’ampliamento della Salaria, la Pontina. Il modello è quello già testato nei casi Expo o il Ponte di Genova, per fare in modo che non serva un commissario, ma «diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti».
Inoltre arriva quella che lo stesso premier definisce una piccola rivoluzione per i funzionari pubblici. «Con la nuova normativa ci saranno più rischi per il funzionario che tiene ferme le opere, non per quello che li sblocca – spiega – siamo arrivati a una situazione perversa per cui fa carriera chi non firma e chi si assume responsabilità rischia di esporsi a un soverchio danno. Dobbiamo fermare la paura della firma». Quel che va evitato è che si blocchino per anni delle opere, visto che i procedimenti amministrativi saranno a «sentenza breve», rafforzando però i «presidi di legalità». Altra novità è l’allargamento della banda larga, con un grande bando che viene annunciato dal presidente del Consiglio.
Nel dettaglio “Italia veloce”, sarà basato su un modello di appalto più rapido: niente gara sotto i 150 mila euro, la soglia per l’affidamento diretto passa da 40 mila a 150: da oggi le Pubbliche amministrazioni saranno in grado di far partire le opere. Fino a 5 milioni non ci sarà il bando e la gara sarà negoziata. E ancora sopra i 5 milioni la regola resta la gara, ma con un’abbreviazione dei termini salvo ci sia causale Covid e in questo caso si procede con la procedura negoziata e gli inviti. Inoltre sul fronte del reato di abuso d’ufficio «interveniamo circoscrivendo il reato, non lo aboliamo affatto» e si arriverà con il dl Semplificazioni ad avere uno Stato amico delle imprese e soprattutto un Paese a portata di clik con il sistema della autocertificazioni e delle app. Poi il «sogno», dice Conte, «fare in modo che le persone con disabilità possano accedere alle zone a traffico limitato delle grandi città con un unico permesso». Dopo le proteste arrivate dai territori terremotari per il mancato accoglimento delle norme per accelerare la ricostruzione, infine, è stato il premier ad assicurare che ci saranno norme che contengono facilitazioni per le ricostruzioni nelle zone terremotate.
L'approvazione del Dl nella notte
Dopo una discussione lunga più di quattro ore in Consiglio dei ministri, arriva nella notte "salvo intese" il via libera al decreto semplificazioni. Non bastano settimane di trattativa: fino all'ultimo tengono banco le divergenze sulle deroghe alle norme sugli appalti e anche sulle opere pubbliche da affidare a commissari, nonché sull'abuso d'ufficio, su cui Iv esprime la sua riserva, e su norme come quella dell'interoperabilità dei dati, su cui discutono i ministri Pisano e Gualtieri.
I grandi nodi alla fine, assicurano più fonti di governo lasciando Palazzo Chigi, vengono sciolti: il "salvo intese" riguarda pochi aspetti "tecnici, non politici". Ma la discussione sulle opere da sbloccare sembra destinata a tenere ancora banco, anche perché l'elenco - che dovrebbe includere tra le 40 e le 50 opere - non entra nel testo del decreto e ci sarà comunque tempo fino a fine anno per nominare i commissari. Il Cdm notturno, lungo in tutto sei ore, dà il via libera al Programma nazionale di riforma, con le direttrici che il governo seguirà nei prossimi mesi, e anche al ddl di assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato. Ma è sul testo del dl semplificazioni, di una cinquantina di articoli e lungo quasi 100 pagine, che il governo fa nottata: quattro ore di discussione articolo su articolo. Il premier Giuseppe Conte ottiene il via libera a quella che considera "la madre di tutte le riforme" e che nei prossimi giorni illustrerà ai partner europei nei contatti in vista del Consiglio Ue sul Recovery fund.
Ma la discussione promette già di riaprirsi in Parlamento. Il dibattito in Cdm si accende, racconta più di un presente,in particolare sulla possibilità non solo per i commissari ma anche per le stazioni appaltanti di agire, per far fronte agli effetti negativi dell'emergenza Covid, in deroga a tutte le norme, tranne quelle penali, antimafia e quelle sulla sicurezza sul lavoro. Restano infatti le perplessità di Pd e Leu sulle deroghe, introdotte sul "modello Genova".
Una prima intesa ci sarebbe sull'elenco delle grandi opere considerate prioritarie e che saranno affidate a commissari ma la lista non entra nel testo del decreto ma nel piano Italia veloce del ministero delle Infrastrutture, che e' un allegato al Programma nazionale delle riforme e comunque per la nomina dei commissari dovrebbe esserci tempo fino a fine anno. Il Consiglio dei ministri trova un accordo sul Durc, ma viene stralciata, su richiesta di Roberto Speranza, la norma che aumentava le percentuali di subappalti.
Quanto a uno degli altri nodi sul tavolo, la modifica del reato di abuso d'ufficio,l'intesa arriva nonostante Iv metta a verbale la sua riserva.Oggi incorre nell'abuso d'ufficio chi si procuri un vantaggio violando "norme di legge o di regolamento". Con la nuova modifica sarà punibile chi violi "specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità".