Dalle 15 di oggi Paolo Gabriele è nuovamente detenuto nella caserma del Corpo di Vigilanza in Vaticano. L'arresto è avvenuto su ordine del promotore di giustizia Nicola Picardi. La revoca dei domiciliari è scattata dopo che il Tribunale della Città del Vaticano ha dichiarato definitiva la pena comminata il 6 ottobre, per il mancato ricorso in appello delle parti. Gabriele deve scontare 18 mesi, dai quali vanno sottratti non solo gli oltre 50 giorni di detenzione preventiva, ma anche tutto il periodo trascorso ai domiciliari, esattamente 5 mesi. Resterà dunque in cella 13 mesi e due giorni, a meno che il Papa non conceda prima la grazia.
SEGRETERIA DI STATO: PER LA GRAZIA SERVE IL RAVVEDIMENTOPer Paolo Gabriele "rimane l'eventualità della concessione della grazia", che "è un atto sovrano del Santo Padre": "essa tuttavia presuppone ragionevolmente il ravvedimento del reo e la sincera richiesta di perdono al Sommo Pontefice e a quanti sono stati ingiustamente offesi". Lo dichiara la Segreteria di Stato, secondo cui "se rapportata al danno causato, la pena applicata appare al tempo stesso mite ed equa, e ciò a motivo della peculiarità dell'ordinamento giuridico dal quale promana".