Al termine della prima udienza del processo a Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa accusato del furto di documenti, il Tribunale presieduto da
Giuseppe Dalla Torre ha respinto tra le eccezioni presentate dall'avvocato Cristiana Arru, quelle di incompetenza del collegio per le questioni legate al segreto pontificio e di nullità del rinvio a giudizio per genericità del capo di imputazione. Non si farà neppure una perizia dattiloscopica,anch' essa richiesta, sulla pepita d'oro sequestrata a Gabriele.Stralciata la posizione del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti, nella prima udienza sono state esaminate e respinte una serie di eccezioni presentate dalla difesa di Paolo Gabriele, alcune delle quali molto complesse sotto il profilo giuridico, in quanto riguardavano il tema del "segreto pontificio" (il maggiordomo era tenuto a rispettarlo da un giuramento e quindi divulgando i documenti riservati si è esposto alla scomunica, ma i giudici vaticani hanno spiegato di non volerlo perseguire per tale reato, che è regolato dal Codice di Diritto Canonico). Ugualmente è stata respinta la richiesta di acquisire agli atti verbali dell'inchiesta parallela affidata dal Papa a tre cardinali, che per il suo carattere squisitamente canonico è stata dichiarata non di competenza del Tribunale della Città del Vaticano.È da sottolineare però che l'avvocato Cristiana Arrù ha ottenuto oggi alcune "vittorie" significative: sono stati esclusi dagli atti del processo i verbali dei primi interrogatori a Paolo Gabriele condotti dal generale Domenico Giani senza che fossero presenti gli avvocati, come pure quello relativo a una conversazione dello stesso Giani con monsignor Gaenswein. In merito ai valori sottratti da Gabriele, il pm Nicola Piccardi ha detto che essi non aggravano in modoeccessivo la posizione del maggiordomo spergiuro. E il tribunale si è riservato di acquisire i verbali di sequestro agli atti dopo il dibattimento. Nello stesso modo è stata rinviata la decisione relativa all'acquisizione dei documenti ritrovati nell'abitazione di Paolo Gabriele a Castel Gandolfo, in territorio non dello Stato Città del Vaticano.Il Tribunale vaticano ha fissato a martedì 2 ottobre, alle ore 9, la seconda udienza del processo per la fuga di documenti vaticani, che procederà per il solo Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa. L'udienza, ha detto il presidente Giuseppe Dalla Torre, sarà dedicata all'interrogatorio dello stesso Gabriele e ad altre deposizioni. "Quattro udienze - ha detto Dalla Torre - potrebbero essere sufficienti" per arrivare alla conclusione del processo.Paolo Gabriele, presente alla prima udienza del processo che lo vede imputato. Era vestito di grigio chiaro, ha tenuto spesso le mani giunte durante l'udienza, è apparso impassibile nel corso della discussione, ha sorriso un po' con il suo avvocato e rivolgendosi ai presenti. Fra il pubblico, composto quasi esclusivamente dai giornalisti del pool autorizzato dalla Santa Sede, non erano presenti familiari di Gabriele. L'ex assistente del Papa sarà ascoltato martedì prossimo alla ripresa delle udienze.Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico della Segreteria di Stato vaticana accusato di favoreggiamento nel processo Vatileaks contro l'ex-maggiordomo del papa Paolo Gabriele, si è dichiarato "innocente" durante la prima udienza del processo. Sciarpelletti non era presente in aula ma era rappresentato dal suo avvocato Gianluca Benedetti.