venerdì 29 gennaio 2021
All'Italia mancano (dai 3 fornitori) almeno 300mila delle dosi previste. Il vaccino inglese efficace anche sugli over 55, non ci sono andati ancora sulla protezione contro le varianti
Vaccino, anche Moderna taglia le consegne. Via libera dell'Ema ad AstraZeneca

Reuters

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Dopo Pfizer e AstraZeneca, anche Moderna annuncia tagli alle forniture di vaccini all'Unione Europea. Rischia dunque di subire bruschi rallentamenti la campagna vaccinale in Italia. "Anche Moderna ci ha informato che per la settimana dell'8 febbraio delle 166mila dosi previste per l'Italia ne consegnerà 132mila, il 20% in meno". Lo ha comunicato il Commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, nel punto stampa di stamani. La comunicazione dell'azienda americana, ha detto, è arrivata questa mattina.

"Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, purtroppo ormai quasi ogni giorno le previsioni su andamento e durata della campagna vaccinale subiscono una rettifica" ha detto Arcuri. "Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto. Pretendiamo che i fornitori rispettino gli impegni che hanno sottoscritto. Lo pretendiamo da tutti coloro che non lo stanno facendo e non lo hanno fatto".

La prima a tagliare le consegne era stata PfizerBioNTech, titolare del primo vaccino anti Covid-19 approvato per uso emergenziale dall'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. Scoppiata la bufera Pfizer, si era sperato nel via libera agli altri vaccini, quello europeo di AstraZeneca-Oxford, e quello statunitense di Moderna. Il primo è atteso per oggi, ma è già un caso. Con l'azienda che ha preannunciato un rallentamento nelle consegne e gli Stati che minacciano azioni legali.

"Delle 2.319.135 dosi di vaccino che sono state consegnate alle nostre regioni, ne sono state somministrate circa il 73%" ha detto Arcuri. "Più di questo non possono fare, se non mettendo a rischio la precauzionale dotazione di magazzino necessaria a
somministrare le seconde dosi". Quanto alle polemiche politiche, ha risposto: "Quanti italiani vaccineremo e quando? Quando avremo i vaccini. Sarebbe davvero meglio, paradossalmente, poter dire che i ritardi dipendono da noi, come qualcuno, per
fare propaganda davvero non apprezzabile, non perde l'occasione per insinuare. Ma a chi fa propaganda non si risponde se non con la realtà dei fatti".

Il commissario per l'emergenza Covid ha ricordato anche le speranze riposte nel vaccino italiano. "Abbiamo sostenuto il vaccino italiano a cui sta lavorando ReiThera: è un candidato vaccino promettente, che ha superato molto bene la fase 1 della sperimentazione e sta avviando le fasi 2 e 3 e noi faremo ogni sforzo perché presto possa arrivare a presentare la documentazione necessaria a richiedere l'autorizzazione all'immissione in commercio".

Via libera dell'Ema al vaccino di AstraZeneca

L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l'autorizzazione per l'immissione in commercio del vaccino di AstraZeneca contro il Covid-19. "I risultati combinati di 4 studi clinici in Regno Unito, Brasile e Sudafrica hanno mostrato che il vaccino Covid-19 AstraZeneca è sicuro ed efficace nel prevenire il Covid nelle persone a partire dai 18 anni di età", scrive l'Ema in una nota. "Questi studi hanno coinvolto in tutto circa 24 mila persone. Metà ha ricevuto il vaccino e metà ha ricevuto un'iniezione di controllo, un'iniezione fittizia o un altro vaccino non Covid.

ll vaccino, già in distribuzione in Gran Bretagna da inizio gennaio, è stato messo a punto nei laboratori dello Jenner Institute dell'Università di Oxford, in collaborazione con l'Oxford Vaccine Group, e con il rilevante contributo tutto italiano della Irbm di Pomezia. Il vaccino si basa sulla tecnica del "vettore virale", ossia l'utilizzo di un virus simile a quello che si vuole prevenire ma non aggressivo, a cui si "incollano" le informazioni genetiche che si spera facciano scattare la risposta immunitaria dell'organismo. Ed è proprio questo che fanno nei laboratori di Pomezia: l'Irbm è uno dei leader globali nella produzione di vettori virali.

L'autorizzazione dell'Ama scioglie un nodo importante: l'utilizzazione anche per gli over 55 "anche se non ci sono ancora molti dati poiché la maggior parte dei partecipanti ai test avevano un'età compresa tra i 18 e i 55 anni", si legge nella nota dell'Ema. Ma nonostante questo, in base alle esperienze già acquisite e alle "informazioni affidabili" disponibili finora, "gli esperti scientifici dell'Ema considerano che il vaccino possa essere utilizzato anche negli adulti più anziani".

Non ci sono dati invece sull'efficacia del vaccino sulle varianti del virus, ma è stato chiesto alla società di fornirli.

Braccio di ferro Ue-AstraZeneca: pubblicato il contratto

Proprio oggi, prima dell'approvazione da parte dell'Ema, arriva dall'Unione Europea un gesto forte che dovrebbe chiarire le condizioni di ingaggio: la pubblicazione del contratto stipulato con AstraZeneca. "Su richiesta della Commissione Europea, AstraZeneca ha deciso di pubblicare una versione del contratto" sulla fornitura di vaccini all'Ue, ha annunciato il portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer. "La Commissione spera di poter pubblicare tutti i contratti nell'ambito degli accordi di acquisto anticipato nel prossimo futuro", ha concluso Mamer. Nel contratto di acquisto anticipato, l'azienda "dichiara, garantisce e conviene" con o all'esecutivo comunitario e con o agli Stati membri dell'Ue di "non essere soggetta ad alcun obbligo, contrattuale o di altra natura, nei confronti di alcuna persona o terza parte per quanto concerne le dosi iniziali per l'Europa o che confligga o sia incoerente in modo rilevante con le condizioni di questo contratto oppure che possano impedire il completo adempimento degli obblighi previsti da questo contratto". L'Ue aveva preacquistato 400 milioni di dosi dalla multinazionale britannica. Il contratto pubblicato ha omissis nelle parti più sensibili, tra cui prezzi e calendario delle consegne.

Il vaccino monodose Johson & Johnson "efficace al 66%"

Intanto si annuncia in arrivo un altro vaccino americano, quello di Johnson & Johnson. Si inietta in una singola dose e sarebbe efficace al 66%, secondo dichiarazioni dell'azienda. I dati raccolti mostrano un'efficacia all'85% nei casi con sintomi forti e del 72% con quelli moderati o leggeri. Il tasso di efficacia del vaccino, si legge nel comunicato J&J, cambia molto a seconda dell'area geografica: passa dal 72% negli Stati Uniti al 57% in Sud Africa, dove una variante altamente contagiosa (e già rintracciata in altri 31 Paesi) sta facendo aumentare i casi. J&J ha reso noto che farà richiesta la prossima settimana alla Food and Drug Administration per l'autorizzazione all'utilizzo d'emergenza del suo vaccino negli Usa, sperando di ricevere il via libera verso fine febbraio.

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