«Apprezziamo l’impegno del governo ad occuparsi del tema dei figli a carico nella delega fiscale a giugno. Ma vorremmo che si cominciasse da subito a qualificare gli interventi sul cuneo fiscale 'a misura di famiglia'». Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, presenta una proposta di correzione del piano governativo da 10 miliardi di euro di sgravi in busta paga. In attesa del decreto che sarà varato venerdì dal Consiglio dei ministri, infatti, la manovra ipotizzata dal governo Renzi di agire sulle detrazioni da lavoro dipendente, con l’ormai famoso aumento di 80 euro (in media, anche se secondo l’Istat la cifra sarebbe inferiore) al mese, presenta alcuni profili problematici. Il primo, e più importante, è quello di non tener conto della situazione familiare del beneficiario e quindi di non distinguere se il nucleo è mono o bireddito, se ci sono a meno figli a carico. Il secondo è quello degli 'incapienti', coloro che, avendo guadagni modesti o molti carichi di famiglia, non pagano imposte e quindi non possono godere delle detrazioni e dei loro aumenti. «Come Forum offriamo quindi una proposta che tenta di diminuire l’'ingiustizia familiare' di questa misura, mantenendo parità di costi complessivi », spiega Belletti. La proposta è semplice: abbassare l’aumento base in busta paga a 60 euro al mese, e aggiungere 20 euro in più per ogni familiare a carico. Così, un lavoratore 'single' percepirebbe comunque un aumento annuo potenziale di 720 euro (60 euro per 12), mentre un lavoratore con tre persone/figli a carico avrebbe in più in busta paga, all’anno, 1.440 euro (60+20+20+20 per 12 mesi). «Alla fine, secondo le nostre stime sulla presenza e numero di familiari a carico, con questi valori il costo complessivo sarebbe uguale a quello degli '80 euro per tutti' – dice ancora il presidente del Forum –. Però balza agli occhi che finalmente ci sarebbe una misura che riconosce il diverso peso dei carichi familiari. Non è ancora la piena equità del Fattore Famiglia, ma almeno è un primo passo non simbolico ». Inoltre, per evitare di penalizzare gli incapienti, l’ulteriore detrazione dovrebbe andare in credito di imposta, trasferibile al datore di lavoro che versa il dovuto in busta paga e 'recupera' sulle imposte aziendali. I costi stimati della proposta del Forum risulterebbero leggermente inferiori a quelli della manovra del governo (circa 135 milioni in meno, sugli 8 mesi del 2014, circa 250 milioni su 12 mesi). «Perché allora non adottare questa soluzione? Siamo pronti, subito, a fornire ogni ulteriore dettaglio, perché, sulla famiglia, si esca dalla retorica, e si passi finalmente ai fatti: anzi, all’equità nei fatti», conclude Belletti.