giovedì 27 ottobre 2022
L'iniziativa realizzata dal MAXXI, in collaborazione con la Fondazione Imago Mundi e con il sostegno del Ministero della Cultura, durerà fino a marzo 2023
Olena Turyanska (artista di Leopoli), Giovanna Melandri (presidente Fondazione MAXII) e Andriy Sahaydakovskyy (artista di Leopoli)

Olena Turyanska (artista di Leopoli), Giovanna Melandri (presidente Fondazione MAXII) e Andriy Sahaydakovskyy (artista di Leopoli) - DanielRichardPassafiume

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Lì dove non cadono le bombe e le sirene antiaree non disturbano la quiete, la creatività sopravvive. E con sé la vita. Succede a Fontecchio, un borgo medioevale poco distante da L’Aquila dove l’arte e la cultura diventano veicolo di rinascita per uno dei territori martoriati dal terremoto del 2009 e da oggi anche espressione di libertà del popolo ucraino. Da fine settembre, proprio nel borgo di 300 anime, è partito un programma di residenza per artisti provenienti dall’Ucraina: Lucy Ivanova, Petro Ryaska, Andriy Sahaydakovskyy e Olena Turyanska vivranno e lavoreranno a Fontecchio fino a marzo 2023.

«Attraverso l’arte vogliamo continuare a sostenere la resistenza, l’identità e la cultura del popolo ucraino», ha spiegato la presidente della Fondazione MAXII, Giovanna Melandri presentando il progetto negli spazi esterni del MAXXI di Roma. «Non stiamo solamente accogliendo queste persone – ha aggiunto –. Ma stiamo cercando di consentire loro di non interrompere il loro flusso creativo, perché il senso più importante per la vita di un artista è creare».

Il progetto di accoglienza

L’iniziativa, voluta dal Museo nazionale delle arti del XXI secolo, è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Imago Mundi e con il sostegno del Ministero della Cultura. Il Comune di Fontecchio, che ha subìto un forte spopolamento dopo il sisma di 13 anni fa, aveva già puntato sulla cultura per la rigenerazione del borgo. In passato, tra gli altri progetti, aveva accolto in residenza giovani artisti e artigiani provenienti da diverse parti del mondo.

«La scelta di questo borgo – ha spiegato Melandri – ha una sua dimensione simbolica di cui ci accorgiamo solo ora: l’obiettivo era trovare un luogo protetto e silenzioso perché questi artisti ci avevano chiesto silenzio». Durante il periodo di permanenza a Fontecchio, gli artisti entreranno in contatto con le comunità locali e con la scena culturale del territorio. Saranno protagonisti di incontri, talk, workshop, anche al MAXXI a L’Aquila. Al termine del periodo di residenza, inoltre, gli artisti presenteranno al pubblico e al territorio le opere e progetti commissionati dal MAXXI e frutto della loro esperienza e dialogo con il territorio.

L’arte oltre la guerra

«Faccio opere d’arte qui, perché qui almeno non cascano le bombe, non ci sono le sirene», spiega Andriy Sahaydakovskyy che è arrivato in Italia da Leopoli per continuare a creare. «È difficile», continua a ripetere quando gli si chiede quali sono i suoi programmi per il futuro. Con la mano traccia un punto interrogativo per aria. Nei suoi gesti c’è tutto il peso dell’incertezza per un conflitto che prosegue ormai da nove mesi: «Solo Dio sa cosa accadrà, adesso non posso fare nessun progetto neanche per domani», dice Andriy.

È l’arte che sopravvive alle bombe, ma che si fa anche testimone degli orrori della guerra. «Riteniamo che sia molto importante ascoltare e stare vicino a chi in questo momento è in difficoltà nell’esprimere la propria sensibilità artistica», commenta il direttore artistico della Fondazione Imago Mundi, Enrico Bossan: «Altrimenti si parla di Ucraina solo per la guerra e per le morti, ma c’è anche una parte positiva che continua a vivere dentro il Paese».

E l’arte contribuisce a denunciare quello che accade lì. Il 24 novembre (ore 18:00), presso l’Auditorum del MAXXI di Roma, farà tappa il tour dell’evento “Piantare un fiore nella terra bruciata”, un appuntamento con le poete ucraine Natalia Beltchenko, Iya Kiva, Oksana Stomina e Elina Sventsytska che «con le loro parole – anticipa la presidente Mercalli – raccontano il dramma della guerra, ma anche la resistenza e la speranza della popolazione». Le loro poesie saranno accompagnate dalle immagini di Niccolò Celesti, fotoreporter di guerra.

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