Il rientro anticipato di Giorgia Meloni dal Giappone anticipa anche la necessità di un bilancio sul primo G7 della premier. Un’uscita internazionale segnata dal dramma in Emilia Romagna, che ha catturato le attenzioni e la solidarietà anche degli altri leader. Tuttavia, proprio le titubanze della presidente del Consiglio sulla decisione di tornare o meno in Italia prima della fine dei lavori rappresentano un elemento che non depone a favore della presidente del Consiglio. La situazione nella Regione falcidiata dal maltempo era tale da richiedere la sua presenza sul campo sin dalle prime battute. Anche perché sono molteplici le risposte che si attendono dal governo: immediate, relative a ristori e ricostruzione; a medio e lungo termine, perché l’esecutivo e la maggioranza di destracentro continuano ad avere riserve sui temi e sui tempi della sostenibilità e della transizione ecologica.

Per quanto riguarda i risultati internazionali, invece, la premier può portare a casa diversi segni di attenzione alle priorità italiane (in particolare sul fronte del rapporto con l’Africa) e le prime prove di un “disgelo” internazionale rispetto alla sua leadership. Nota stonata, l’appunto del primo ministro Justin Trudeau sui diritti delle persone Lgbt in Italia. Un appunto che è sembrato fuori le righe e fuori contesto. A prescindere dal colore dei governi in carica, sarebbe positivo che le forze parlamentari nazionali rispedissero al mittente tentativi di giudicare con superficialità e con lenti troppo deformate una matura democrazia occidentale in cui, come ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella alla fine del 2022, negli ultimi anni quasi tutte le forze politiche sono state messe alla prova del governo.