Il Senato (Ansa)
Tremila emendamenti presentati in commissione Sanità del Senato frenano l’iter della legge sul Biotestamento che ufficialmente slitta a settembre. E, a questo punto, in molti sembrano convinti che possa finire su un binario morto. Il provvedimento, così come passato alla Camera nell’aprile scorso, resta infatti decisamente divisivo e, sostiene Paola Binetti, contiene dei rischi molto precisi: «Quello principale è che vada nella direzione di forme di eutanasia - torna a denunciare la deputata dell’Ucd - esasperando la volontà del paziente, che può arrivare a chiedere il proprio suicidio, ed estromettendo quella del medico. Lo slittamento, a mio avviso, è un modo intelligente di prendere tempo per far emergere la verità, far accettare l’idea che il Senato possa modificarlo ed espungere questa volontà di morte latente nel disegno».
Sul rinvio si mostra d’accordo anche Mario Marazziti (Des-Cd): «Penso che un po’ di tempo faccia bene a tutti visto che il calendario parlamentare è fitto e pieno di provvedimenti importanti - commenta il presidente della commissione Affari sociali della Camera -. Non trovo sia una sorpresa. Il grande lavoro fatto alla Camera adesso è nelle mani dei senatori. Da tremila emendamenti siamo arrivati a 288 segnalati, su tutte le questioni principali e senza compressione di tempo. Si è arrivati così a un testo largamente migliorato (ovviamente sempre migliorabile), con convergenze e maggioranze diverse. Alla Camera è stato approvato con 37 voti contrari e gli altri favorevoli, nonostante sia un tema estremamente divisivo. Quella convergenza e quel clima sarebbero da non perdere anche al Senato. I senatori valuteranno se per il Paese è meglio avere questa legge o rischiare di non averne nessuna qualora il percorso di modifica fosse troppo lungo».
C’è poi chi, come la presidente della commissione Sanità del Senato, è intenzionato ad andare avanti a tutti i costi: «Faremo di tutto perché il lavoro della commissione per l’esame del provvedimento sul Biotestamento si completi il prima possibile - prometteva ieri Emilia Grazia De Biasi, Pd -, ma siamo in presenza di ostruzionismo, vista la grande quantità di interventi previsti in commissione e la presentazione di 3mila emendamenti. Ciò rende il percorso molto accidentato. Non siamo in grado di stabilire dei tempi, ma faremo di tutto per terminare i lavori il prima possibile».
Ma le spinte per un percorso accelerato arrivano invece dall’associazione Luca Coscioni che vorrebbe addirittura evitare il passaggio in Commissione: «Visto che è ormai scontato che i tremila emendamenti non saranno mai ritirati, non c’è davvero alcun motivo per perdere altre due settimane di lavoro d’Aula. Invitiamo la presidente De Biasi a mandare direttamente in Aula il testo oggi stesso (ieri per chi legge ndr), per consentire che la discussione sia incardinata prima della pausa estiva».