mercoledì 6 aprile 2016
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ROMA Il Papa a fine novembre ha voluto fare di Bangui la capitale spirituale del mondo e oggi «tutti qui si sentono di voler essere degni di questo nome». Il nunzio apostolico nella Repubblica Centrafricana, monsignor Franco Coppola, prova a raccontare come è cambiato il Paese dopo la visita di papa Francesco. E lo fa accompagnando la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, nella suo sopralluogo in città, per iniziare una collaborazione con l’ateneo locale per la formazione dei pediatri africani e la sistemazione dell’ospedale per bambini della capitale. «L’impegno della Chiesa e dell’ospedale Bambino Gesù, ancor più durante il Giubileo della Misericordia », e nel luogo in cui il Pontefice ha voluto aprire la prima Porta Santa, «ha un significato grandissimo per ognuno noi». Qui tutti parlano di «un vero e proprio miracolo avvenuto grazie alla visita di papa Francesco», racconta il rappresentante della Santa Sede. Prima infatti la città era divisa in due parti, da un lato i musulmani e dall’altro il resto della popolazione, «due parti che non si incontravano e avevano paura di avvicinarsi». Il Santo Padre, invece, visitando i luoghi simbolo di entrambe «ha fatto rendere conto che la popolazione voleva la pace». Così il clima è cambiato, perché «ora c’è fiducia reciproca». Le emergenze da affrontare, certo, restano. La prima è l’istruzione: «Abbiamo mostrato al Papa una scuola di una parrocchia cristiana, completamente distrutta – racconta monsignor Coppola – in cui sia bambini cristiani che musulmani studiavano. Il Papa ha detto: questa scuola la ricostruisco io, perché serve un luogo in cui si cresca insieme». La seconda sono le cure sanitarie e la mancanza di medici specializzati, «visto che c’è un solo pediatra per tutto il Paese in cui i minori sono il 60% della cittadinanza». Da qui il contributo del Bambino Gesù, «per un ospedale dove ora sono ricoverati 270 piccoli pazienti». La terza questione, continua il nunzio, è che «un quinto della popolazione è sfollata o profuga»; 800mila persone alle quali «con l’aiuto della diocesi di Bangui e della Caritas si sta pensando, per permettere loro di tornare presto a casa» e riprendere la vita quotidiana. Il messaggio del Giubileo, insomma, «qui lo si sta applicando nella maniera più pratica possibile». E come il ladrone, che tanta morte aveva causato, «si è sentito dire da Gesù “oggi tu sarai in Paradiso” », conclude monsignor Coppola, anche la popolazione del Centrafrica, vittima e protagonista di molti orrori, «è comunque stata investita dal Papa del ruolo di capitale spirituale. E vuole dare il meglio di sé per non deluderlo». Alessia Guerrieri © RIPRODUZIONE RISERVATA Il nunzio Franco Coppola Papa Francesco incontra un bambino malato dell’ospedale pediatrico di Bangui, durante la sua visita pastorale dello scorso novembre, nel corso della quale ha aperto l’anno del Giubileo della Misericordia (L’Osservatore Romano/Pool Photo via AP)
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