Un gruppo interforze, anche con la presenza dei militari, «per pattugliare e prevenire il criminale fenomeno della cosiddetta terra dei fuochi», un più efficiente controllo del territorio anche con strumenti telematici e satellitari, «un inasprimento, seppur per un periodo limitato, delle pene per il reato di smaltimento illecito attraverso l’incendio». Sono le principali richieste contenuto nell’appello ai ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Ambiente, primo firmatario Paolo Russo (Pdl), presidente della commissione Agricoltura della Camera ed ex presidente della commissione Ecomafie, sottoscritto da venti parlamentari di tutti gli schieramenti, tre presidenti di provincia campani, anch’essi parlamentari, e sostenuto da cinquanta amministrazioni comunali della “terra dei fuochi”. Un documento che, una volta raccolte altre firme, sarà depositato sotto forma di mozione in aula, e fatto proprio da atti deliberativi delle 50 amministrazioni comunali (ma alla fine saranno di più) delle province di Napoli e Caserta, colpite dal dramma dei roghi di rifiuti.«Attraverso gli incendi – si legge nel documento – imprenditori senza scrupoli, complici spessissimo i più temibili clan campani, smaltiscono rifiuti speciali e pericolosi aggirando la legge ed avvelenando irrimediabilmente tutte le matrici ambientali: aria, suolo, sottosuolo e falda acquifera. Torce di rifiuti speciali, in copertoni a far da braciere, senza alcuna precauzione “illuminano” crudelmente, soprattutto all’imbrunire, quelle campagne un tempo ubertose e ricche di pregiate coltivazioni, lasciando un acre odore e fumi maleodoranti e scuri, portatori di malattie e morti».Ora, prosegue l’appello, «considerati gli allarmanti dati statistici circa il significativo incremento di patologie tumorali proprio in quelle aree si ritiene indispensabile un’azione definitiva e risolutoria». Il riferimento è all’operazione “Primavera” in Puglia che «consentì la vittoria dello Stato e la sconfitta di criminali e contrabbandieri di sigarette che funestavano quelle terre e l’intero territorio nazionale». Dunque, «allo stesso modo si chiede un’azione coordinata, interforze tra tutte le forze dell’ordine ed anche l’esercito per pattugliare e prevenire il criminale fenomeno della cosiddetta terra dei fuochi». Inoltre «assumere come strategica questa lotta ed ottimizzare al meglio tutti gli strumenti telematici e satellitari di prevenzione e di controllo a disposizione del nostro Paese per individuare i criminali ed assicurarli alla giustizia». Infine «un inasprimento, seppur per un periodo limitato, delle pene per il reato di smaltimento illecito attraverso l’incendio o una fattispecie di aggravante al fine di attivare ogni possibile elemento di dissuasione anche penale e sconfiggere definitivamente questa piaga ormai assunta alla dimensione di vera e propria insopportabile calamità ambientale, sociale, sanitaria e criminale».Tra i firmatari i parlamentari Realacci, Bonavitacola, Nicolucci, Castiello, Muro, Cesario, Cuomo, Palagiano, Laboccetta, Pisacane, Iapicca, Scalera, Formisano, D’Anna, Milanese, Ossorio e ancora i presidenti delle Province di Napoli Luigi Cesaro, di Caserta, Domenico Zinzi e di Salerno, Edmondo Cirielli. Una vera un’adesione bipartisan alle richieste rivolte al Governo, spiega Paolo Russo, «per porre un freno all’escalation del fenomeno dei roghi che, soprattutto nei Comuni della Provincia di Napoli e di Caserta, mette in serio pericolo la salute dei cittadini». Il quarto tassello del contrasto al dramma della “terra dei fuochi” dopo gli interventi del ministero dell’Ambiente, di quello della Salute e della Regione Campania. Ora è il Parlamento, e gli stessi enti locali, a chiedere un intervento a livello di prevenzione e repressione. «Mi attendo – conclude Russo – una risposta celere da parte del Governo e auspico la stessa velocità da parte delle amministrazioni comunali. I sindaci, i cui territori risultano i più colpiti dagli attacchi indiscriminati degli eco piromani, si attivino per lanciare l’offensiva schierandosi in prima linea per difendere l’ambiente e l’incolumità dei cittadini».