lunedì 15 maggio 2023
Agli universitari accampati davanti al rettorato dell'ateneo romano i pasti caldi portati tutte le sere dalla religiosa che da otto anni vive nello stabile ex Inpdap occupato da 139 famiglie sfrattate
Suor Adriana, con la maglia bianca e il crocefisso, tra gli studenti. Primo da sinistra don Mattia Ferrari

Suor Adriana, con la maglia bianca e il crocefisso, tra gli studenti. Primo da sinistra don Mattia Ferrari - foto Avvenire

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La cena calda agli studenti della Sapienza, accampati per una settimana davanti al Rettorato per protestare contro il caro affitti. A portargliela è sorella Adriana, la religiosa che ha scelto di vivere tra i senza casa che da dieci anni occupano l'ex palazzo Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme all'Esquilino, noto come Spin Time Labs. I pasti ai ragazzi li hanno cucinati proprio quelle famiglie che vivono lì, in una precarietà resa vivibile dalla solidarietà e dall'impegno di tanti che collaborano, dentro e fuori con questo singolare laboratorio sociale. Una comunità che in questi giorni ha voluto dare un aiuto concreto agli studenti fuorisede che, dopo Milano, anche a Roma dal 9 maggio hanno aderito alla protesta eclatante per gli affitti impossibili che minano il diritto allo studio. Ora hanno levato le tende - letteralmente - in vista dell'incontro ottenuto in Rettorato per giovedì 18 maggio cui parteciperà anche il Campidoglio.

L'impegno pastorale con i senza casa prima e gli studenti universitari poi nasce poco a poco. Sorella Adriana, che come consacrata laica entrerà nell'Ordo Virginum, arriva una decina di anni fa alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme come collaboratrice pastorale, dopo il matrimonio fallito, la crisi e la conversione. La mattina organizza per i poveri la distribuzione delle colazioni e del vestiario. E vede tante famiglie che hanno occupato per necessità lo stabile non lontano della Basilica: allo Spin Time oggi ci risiedono 362 persone (270 adulti, 92 minori), 139 famiglie di 26 nazionalità diverse, il 26% italiani, come rilevato dallo studio di Open Impact, una start-up dell'Università di Milano Bicocca.

Ora di cena tra le tende della mobilitazione

Ora di cena tra le tende della mobilitazione - foto Avvenire

Lo Spin Time salirà alla ribalta delle cronache quando l'elemosiniere del papa, il cardinale Konrad Kraiewski, l'11 maggio 2019 riattacca la corrente elettrica staccata per morosità, che aveva lasciato per una settimana le famiglie al buio, al freddo e senza frigoriferi. Lo stabile è stato visitato diverse volte anche dagli allora vescovi ausiliari don Matteo Zuppi, don Paolo Lojudice e don Lorenzo Palmieri.

«Ho inizia a fequentarlo, poi ho capito lì bisognava starci, non bastava passare», racconta Sorella Adriana che vive lì da otto anni: «Ho voluto vivere la loro povertà». Con lei fanno opera pastorale altre suore. E sacerdoti come don Mattia Ferrari, il giovane prete di Modena che si è imbarcato sulla nave da soccorso della ong Mediterranea. L'organizzazione dello Spin Time le dà una stanzetta ma la avverte: «Bene se dài una mano, ma di Dio qui non si parla». Le cose andranno un po' diversamente. Sorella Adriana presto rinuncia alla stanzetta, che trasforma in cappella. «Ce n'era bisogno. Facciamo incontri di dialogo ecumenico e interreligioso e preghiamo, anche con i musulmani. Stando insieme c'è stato un risveglio spirituale, un riavvicinamento di fede tra molti occupanti, che mi hanno chiesto battesimi. Anche adulti. E comunioni, cresime e matrimoni in chiesa. Ma sono io - puntualizza - che esco evangelizzata da questi incontri«. Ma dove dorme ora? «Dove c'è bisogno di aiuto: da una mamma sola, da un malato».

Cena fra le tende davanti al Rettorato della Sapienza

Cena fra le tende davanti al Rettorato della Sapienza - foto Avvenire

Sorella Adriana collabora anche con i laboratori che nascono allo Spin Time: sartoria, grafica pubblicitaria, icone sacre. Tanti gli universitari che frequentano lo stabile occupato, dove c'è anche la redazione del mensile Scomodo. La Rete degli Studenti partecipa regolarmente alle assemblee interne. Sorella Adriana li conosce e quando le racontano della protesta fatta con le tende da campeggio, decide subito di portare anche lì un parola di conforto e un gesto di vicinanza con i pasti caldi cucinati assieme ad alcune famiglie di occupanti. Dallo Spin Time partono anche tavoli e attrezzature in prestito per aiutare gli accampati.

«Ai ragazzi della Sapienza ho portato la cena tutte le sere - racconta la laica consacrata - ma abbiamo cambiato menù ogni volta: l'amatriciana, la pasta al forno, il riso con le verdure. Venivano a prenderci con una macchina per caricare i pentoloni. E quando arrivavamo erano felicissimimi, c'erano anche ragazzi di solo 19 anni. Mi sono fermata con loro a parlare a lungo. Finché non andavano... a letto», dice ridendo. A dare una mano a Sorella Adriana allo Spin Time stanno arrivando suore di diversi ordini, come alcune religiose comboniane: «Per colpa di alcune mie allergie non ho potuto fare la missionaria in Africa, come avrei voluto - confessa - ma ho capito che c'è tanto bisogno di aiutare e stare accanto alle persone anche qui, a Roma».


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