La Ue gela le attese italiane sull’utilizzo dei Fondi comunitari a fini fiscali. Mentre il governo è alla spasmodica ricerca di risorse per finanziare i provvedimenti economici in arrivo a partire dalla prossima settimana, la Commissione interviene per il secondo giorno consecutivo. «Vogliamo chiarire che le risorse della politica di coesione devono essere utilizzate per nuovi progetti che hanno vocazione a contribuire allo sviluppo», ha affermato la portavoce del commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn. «Non possono pertanto essere usati per coprire riduzioni di imposte come quelle legata al cuneo fiscale».Le regole dell’Unione sull’utilizzo dei fondi, spiegano da Bruxelles alla vigilia della programmazione delle risorse 2014-2020, permettono di finanziare con risorse nazionali «progetti concreti per offrire, ad esempio, aiuti per le
start up o per l’espansione produttiva e occupazionale dell’industria manifatturiera, o operazioni per ridurre la dispersione scolastica. Obiettivi che sono considerati una priorità della politica della Ue». A posteriori, poi, la Ue rimborsa i progetti che approva.L’intervento di ieri pare contraddire o quantomeno ridimensionare quanto trapelato invece giovedì sempre dalla Commissione secondo la quale, a determinate condizioni, si poteva pensare all’uso dei fondi per incentivare lavoro e competitività, un ambito nel quale potevano forse entrare anche provvedimenti mirati per agevolare le imprese. Lo stesso ministro Pier Carlo Padoan in un’intervista vi aveva fatto riferimento. Lunedì il titolare del Tesoro sarà a Bruxelles per il vertice Ecofin dove presenterà gli interventi in preparazione dal governo che verranno discussi nel Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo. Un appuntamento forse chiarificatore, dopo il rapporto con il quale pochi giorni fa la Commissione ha virtualmente "declassato" l’Italia per il suo maxi-debito.Per il governo sono dunque giorni decisivi. Ieri mattina il premier Matteo Renzi
twittava di essere «al lavoro a Palazzo Chigi sul dossier che presenteremo il 12 marzo». Sul tavolo ci sono Jobs act, pagamenti degli arretrati della Pubblica amministrazione, piano casa ed edilizia scolastica. Ma dovrebbe esserci anche un primo confronto sul taglio del cuneo fiscale. L’obiettivo annunciato è arrivare a 10 miliardi di euro per il 2014. Oltre a trovare le risorse il governo deve anche decidere in quale direzione destinarle: il ministro Angelino Alfano spinge per dividere gli sgravi tra imprese e lavoratori mentre il viceministro all’Economia Morando, si è espresso per un taglio secco dell’Irap, rinviando la riduzione Irpef in busta paga. La scelta divide ovviamente le forze sociali, con i sindacati preoccupati e la Cgil sempre più critica. Non è ancora chiusa, intanto, la polemica sullo stato dei conti. L’ex ministro dell’Economia Saccomanni, dopo le critiche della Ue, difende l’operato del governo Letta. Ma lo stesso Renzi lo gela: «Sui conti c’è poco da dire: è stato addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo...».