Molti sindaci sono in campagna elettorale, e nemmeno ci pensano ad emanare la delibera che fissa le nuove aliquote Tasi. Altri loro 'colleghi' non rispetteranno la scadenza del 23 maggio perché non hanno chiaro il quadro economico per il 2014. Fatti due conti, al Tesoro hanno scoperto che sono appena mille (su 8mila) le amministrazioni che hanno già fissato quanto occorrerà pagare per la nuova tassa sulla casa. Risultato: quando manca un mese alla prima rata del 16 giugno, la situazione è «caotica», come ammette il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti (Scelta civica). Caotica per i cittadini, ovviamente. I sindaci hanno rifiutato la proposta del governo di prorogare i pagamenti per il timore di restare all’asciutto. Ma allo stesso tempo, non producendo le delibere, i primi cittadini lasciano i contribuenti nella confusione. Molti proprietari pagheranno il 50 per cento del minimo (1 per mille) per giugno, e poi avranno la batosta per la seconda rata del 16 settembre. E ancora più indeterminata è la situazione degli affittuari, che devono versare una loro quota di compartecipazione. Uno stato dei fatti che non va giù a Confedilizia, che prevede un nuovo «giorno della vergogna» per i Comuni dopo le code e il caos che si verificarono a gennaio per il pagamento della mini-Imu. «Molti sindaci – dice il presidente Corrado Sforza Fogliani – non hanno deciso perché non intendevano farlo prima delle elezioni, altri per pigrizia. E vogliono pure farli senatori...». Ma ancora più infuriate sono le associazioni di consumatori. Con una nota, Federconsumatori e Adusbef stimano che la gran parte delle mille amministrazioni 'in regola' hanno fissato aliquote tra il 2,5 e il 3,3 per mille, ben oltre il minimo. Su un appartamento A2 di cento metri quadri, per una famiglia di tre persone e senza detrazioni, si pagherebbero 927 euro a Torino, 878 a Roma, 700 a Venezia, 598 a Milano e 351 a Ravenna. «Le detrazioni – scrivono le associazioni – saranno nettamente inferiori rispetto a quelle previste per l’Imu targata Monti: nei Comuni più virtuosi raggiungono i 110-120 euro, a cui si sommano 30-50 euro per ogni figlio a carico con età inferiore a 26 anni. Circa 5 milioni di famiglie che due anni fa non pagavano alcun importo ora si troveranno a sostenere per la Tasi cifre ragguardevoli». La loro proposta è di far slittare la prima rata a settembre, altrimenti, avvisano, anche i famosi 80 euro in busta paga saranno accantonati dalle famiglie solo per pagare parte della Tasi. Altro punto critico che emerge dalle prime delibere è la difformità tra Comuni, che crea forti disuguaglianze tra i contribuenti.