Luca Lanzalone arriva in procura a Roma (Ansa)
La bufera giudiziaria sulla costruzione dello stadio della Roma continua ad agitare la politica e inizia a determinare conseguenze a livello amministrativo. La prima consiste nelle dimissioni dell’avvocato Luca Lanzalone, che ha lasciato la presidenza della azienda Acea (controllata dal Comune), dopo essere stato arrestato mercoledì insieme ad altre 8 persone.
Il legale genovese era stato indicato alla presidenza di Acea un anno fa dalla giunta di M5s, per la quale aveva operato come consulente nella vicenda della costruzione dello stadio. E proprio il Movimento, col vicepremier Luigi Di Maio, ieri mattina gli ha dato il benservito: «Lanzalone si deve dimettere – ha incalzato Di Maio su Rtl –. Da noi chi sbaglia paga».
Ma poi c'è anche il risvolto politico che investe anche la Lega, visto che Lanzalone e l'imprenditore Parnasi organizzarono una cena a tre anche con l'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega nord). L'imprenditore Luca «Parnasi ha organizzato un incontro riservato a casa sua al quale ha partecipato, oltre all'avvocato (Luca) Lanzalone, il parlamentare Giancarlo Giorgetti della Lega Nord», si legge infatti in uno dei passaggi di una delle informative dei Carabinieri allegate all'ordinanza del gip in merito all'inchiesta sullo stadio dell'As Roma. Nell'informativa si spiega che «nel corso di un pranzo tenutosi il 9 marzo 2018 Parnasi ha pianificato con Lanzalone un incontro riservato a casa sua per la serata del 12 marzo 2018 dedicato alla trattazione di argomenti di carattere politico e al quale ha partecipato anche un uomo che è stato successivamente identificato nel parlamentare Giancarlo Giorgetti».
Nell'indagine è comparso anche il nome del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che secondo i media risulta indagato. Avrebbe chiesto un miglioramento professionale per una persona a Parnasi. Malagò ha fato sapere di avere subito fatto richiesta, tramite il suo avvocato Carlo Longari, di essere ascoltato quanto prima dalla Procura di Roma per chiarire la sua posizione
Intanto la sindaca della Capitale Virginia Raggi, convocata nel pomeriggio in procura come persona informata dei fatti, dal salotto di Porta a Porta va al contrattacco: «I giudici dicono che io non c’entro niente, ma i giornali non l’hanno riportato. Il Comune, i romani e la società Roma calcio sono la parte lesa. Partono oggi le querele... Si parla di "sistema Raggi", ma io non c’entro. Forse questo accanimento contro di me esiste perché sono donna, sono di M5s, sono scomoda, ma io non sono lo sfogatoio di Italia!». Ma dopo un'ora di colloquio con i pm, poco fa, il primo cittadino è uscito da piazzale Clodio senza fare alcuna dichiarazione.
Sul fronte leghista, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini afferma che non ci saranno ripercussioni sul governo. Dal carcere milanese di San Vittore, Parnasi fa sapere attraverso i suoi avvocati che «non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni, 24 ore al giorno, solo per realizzare un progetto».
Secondo un’informativa dei Carabinieri, divulgata ieri dall’Ansa dalle conversazioni di Parnasi coi suoi collaboratori emergerebbe una sorta di "sistema", col costruttore che si lamenta di dover «elargire somme ai politici» per avere «le autorizzazioni» ed elenca una serie di quote: «Scrivi: Ferro 5, Minnucci 5, Agostini 15, Mancini 5, Polverini 10». E ancora: Francesco Giro 5, Ciochetti 10, Buonasorte 5... Allo stato delle indagini, non è ancora stato accertato se Parnasi stesse riferendosi a finanziamenti leciti o meno: «Domani c’ho un altro meeting dei Cinque stelle, perché pure ai Cinque Stelle gliel’ho dovuti dare». E ancora: «Con Forza Italia c’hai parlato? Sì...Fratelli d’Italia?... Il Pd lo incontro io domani e questo è fatto, poi ti faccio una lista». Il costruttore osservava: «Io sto sostenendo tutti quanti». E pareva preoccupato di non far comparire la società Eurnova nei versamenti.
L’inchiesta va avanti con nuove iscrizioni nel registro degli indagati (finora 27): fra questi, Francesco Prosperetti e il numero uno del Coni Giovanni Malagò che chiede di essere ascoltato subito dalla procura. Secondo la Procura, 8invece, l’ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, Claudio Santini, «avvicinò il Sovrintendente Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo» sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, che poi venne tolto. Oggi sono previsti fra Milano e Roma gli interrogatori di garanzia per i 9 arrestati: oltre a Parnasi e Lanzalone, l’ex assessore regionale del Pd Michele Civita e il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, Adriano Palozzi, di Forza Italia.
Congelato il progetto dello stadio
Resta congelato per ora il progetto per lo stadio della Roma. Il dipartimento Urbanistica del Campidoglio, dopo gli arresti di ieri nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio, ha inviato una lettera alla società costruttrice Eurnova per chiedere chiarimenti circa l’interlocutore dopo l’arresto del costruttore Luca Parnasi. A prendere le redini aziendali probabilmente subentrerà un curatore "commissario". Inoltre si dovranno vagliare tutti gli atti dell’opera per confermarne la legittimità.
Dopo la bufera giudiziaria che ha investito politici e imprenditori romani, è rebus dunque su tempi dell’iter. Il Campidoglio è in procinto di sondare, attraverso l’Avvocatura capitolina, quali sono le strade percorribili. Secondo la road map tracciata prima che si scatenasse l’inchiesta, la delibera del progetto modificato sarebbe dovuta arrivare in Aula Giulio Cesare entro la fine di luglio. L’11 giugno è scaduto infatti il tempo dedicato al recepimento delle osservazioni dei cittadini sulla variante urbanistica.
«La variante sarà votata se tutto é regolare e tutti gli atti saranno perfezionati dal proponente - sottolinea il consigliere comunale M5s Pietro Calabrese - Noi il nostro lo abbiamo fatto. Dopo quello che è accaduto crediamo che vada verificato se lo stesso rapporto fiduciario con la società di Parnasi sia ancora in piedi».
Anche per affrontare il futuro dello Stadio della Roma, stamattina il sindaco Virginia Raggi ha incontrato in Campidoglio il direttore
generale della Roma, Mauro Baldissoni. Il dirigente della società sportiva uscendo non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti che lo attendevano anche perché «a breve uscirà un video con dichiarazioni congiunte». Ma poi è solo Baldissoni a parlare: «Abbiamo ritenuto necessario fare il punto con l'amministrazione e con la sindaca, per valutare quello che è successo negli ultimi giorni e quali sono i passaggi procedurali a nostra disposizione per cercare di salvaguardare questo progetto su cui abbiamo lavorato per tanti anni». Infine il video congiunto su Twitter in cui si dice che «per maggior sicurezza nostra, dei cittadini, dell'amministrazione e dell'impresa avvieremo immediatamente una verifica e, se darà esito positivo, si potrà continuare col progetto».