Ricordate quel rifugio alpino che faceva pubblicità a un locale situato in paese, presentandolo come “Family fun center” (centro di divertimento per famiglie) ma annunciandolo contemporaneamente dotato di sala compleanni per bimbi e slot machine? Ebbene: dopo l’intervento di
Avvenire, successivamente ripreso dal quotidiano
Trentino, il gestore del “Lago Malghette” sopra Madonna di Campiglio si è reso conto che quella pubblicità davvero stonava. Così è corso ai ripari, sostituendo i portaposate fornitigli dal titolare dell’altro locale («È un amico», si era difeso il proprietario della struttura in quota) con le sue vecchie tovagliette. Quelle che promuovono il rifugio, e le altre due attività della famiglia proprietaria: un hotel e uno chalet sulle piste da sci, sempre in zona. Per la verità, subito dopo l’uscita di
Avvenire, il gestore del “Lago Malghette” si era limitato a cancellare dai portaposate - a penna - la parola “slot”. Poi, però, la stampa locale gli aveva fatto notare che la toppa era peggio del buco: così facendo, questa la sintesi dell’articolo comparso sul
Trentino, una famiglia avrebbe potuto entrare nell’altro locale ignara del fatto che vi fossero anche slot. Da qui, la decisione radicale di sospendere quella pubblicità. Una scelta che non solo rende omaggio allo splendido contesto naturale in cui sorge il rifugio e ai valori di cui la montagna è da sempre permeata, ma anche un atto consonante con la politica “Family” intrapresa nel 2009 dalla Provincia autonoma di Trento. Quella stessa che ha inventato un apposito marchio (“Family in Trentino”, appunto), appannaggio di soggetti pubblici e privati impegnati - tra le tante azioni richieste - contro il (non) gioco d’azzardo. A concedere questo riconoscimento è l’Agenzia provinciale per la famiglia, che ora vede nel lieto fine della vicenda “Malghette” «uno stimolo a proseguire il monitoraggio del territorio ». Perché «là dove i contenuti “Family” sono attuati in concreto – aggiunge il dirigente Luciano Malfer – si crea valore aggiunto per tutta la comunità ». Intanto, preoccupano gli ultimi dati sulla diffusione dell’azzardo in Italia. Sono 9.384 le imprese del gioco, in crescita su tutto il territorio nazionale (+2,6%). Nel 2015 - ricorda l’agenzia Agimeg - gli italiani hanno speso nei giochi 17,1 miliardi di euro (+1,2% rispetto al 2014), a fronte di una raccolta complessiva di 88,2 miliardi di euro (+4,4% sul 2014) ed entrate erariali che hanno superato gli 8 miliardi di euro, contro i 7,9 miliardi dell’anno precedente (+1,7%). Le vincite si sono invece attestate a 71,1 miliardi (+5,3%).