Sono già più di 3mila in Italia i tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati. Sono in netta prevalenza donne, laureate, residenti in particolare in Sicilia e nel Mezzogiorno e, a fine 2018, dopo i corsi di formazione e il via libera dei Tribunali, hanno già avuto un abbinamento con quasi 4mila ragazzi e ragazze arrivati da soli nel nostro Paese. Sono questi i risultati del primo monitoraggio sul Sistema della tutela volontaria effettuato dall'Ufficio nazionale del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, che Avvenire è in grado di anticipare.
Negli elenchi dei Tribunali per i minorenni, infatti, risultano già iscritti per la precisione 3.029 tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (Msna), di cui 505 provenienti da elenchi preesistenti all’entrata in vigore della legge 47 del 2017. Si tratta della norma che ha riformato l'accoglienza dei minori migranti nel nostro Paese, con l'obiettivo di favorirne la protezione e l'integrazione grazie all'affidamento in famiglia o, appunto, la tutela da parte di un volontario. Il tutore non ospita a casa propria il minore, lo aiuta però nello svolgimento della pratiche burocratiche, ma soprattutto lo accompagna nel percorso di vita, agevolandone lo sviluppo personale e l'integrazione nella nostra società.
Particolarmente interessante è la composizione delle persone che si sono rese disponibili a questo compito di guida e di cura dei minori immigrati e che per farlo, prima del vaglio da parte dei Tribunali, hanno seguito uno dei corsi preparatori organizzati dai Garanti regionali dell'infanzia. Fra i tutori, infatti, il 75,4% è rappresentato da donne, il 57,7% ha un’età superiore ai 45 anni e ben l’83,9% è laureato, il 77,8% ha un’occupazione - per lo più nelle professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione – e il 9,1% l’ha avuta ed è oggi pensionato. Particolarmente impegnati risultano la Sicilia (che peraltro ha il record di minori stranieri non accompagnati ospitati) e il Mezzogiorno in generale, anche se il numero dei tutori non dipende solo da quante persone si rendono disponibili, ma anche dalla organizzazione dei corsi da parte dei Garanti regionali - 48 queli effettuati in 18 mesi, con 26 ore di formazione - e dalla celerità dei Tribunali nel verificare i requisiti, iscrivere i tutori negli appositi elenchi e dare il via libera agli abbinamenti con i ragazzi e le ragazze. I primi tre distretti di Corte d’appello per numero di tutori volontari iscritti negli elenchi sono Catania (244), Roma (242) e Palermo (241). Hanno meno iscritti in Italia, invece, Campobasso e Trento con 18, Messina con 19 e Brescia con 22. Così, nel corso dei 12 mesi del 2018 sono stati accettati dai tutori nominati 3.902 abbinamenti a un minore straniero non accompagnato.
Si tratta di un risultato molto positivo e significativo, se si considera che, secondo l'ultimo monitoraggio del ministero del Lavoro, ad ottobre in Italia erano presenti nel nostro Paese e censiti 6.566 minori stranieri non accompagnati (mentre 5.282 risultano irreperibili), di cui il 94% maschi e il 6% femmine. Sono in prevalenza adolescenti sulla soglia della maggiore età - l'86% ha 16 o 17 anni - mentre i bambini tra 0 e 6 anni solo appena lo 0,8% e quelli nella fascia d'età 7-14 il 5,3%. Per un quarto del totale si tratta di ragazzi albanesi, seguono i pakistani e gli egiziani con l'8% circa ciascuno. Le Regioni con la presenza maggiore sono, come detto, la Sicilia con oltre il 23%, la Lombardia con il 12 e il Friuli Venezia Giulia con il 10%.