Ancora una resa nei conti all'interno del partito. La segreteria di Sel si riunisce oggi pomeriggio in un clima da bufera con due dimissioni già comunicate e il rischio imminente di una scissione. A far scoppiare il caos il voto favorevole al dl Irpef dato ieri dal partito. Una decisione presa dopo un lungo e aspro confronto tra la linea "dialogante" portata avanti dal capogruppo Gennaro Migliore (che si è dimesso ieri da quel ruolo e oggi dal partito annunciando che lascerà anche il gruppo parlamentare) e quella dura del leader Nichi Vendola convinto che Sel debba restare all'opposizione. La linea del gruppo, insomma, non coincide più con quella del partito. Un terremoto innescato dall'effetto "calamita", per dirla con le parole di Vendola, che il governo Renzi ha sugli esponenti di Sel. A dare fuoco alle polveri, poco prima dell'inizio della riunione che si preannuncia incandescente, è Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia che ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni. Vendola ha provato a gettare acqua sul fuoco, dichiarando di sperare di una marcia indietro di Migliore. Di più, si è spinto ad un appello che dal piano politico passa a quello personale: "Gli voglio bene e l'ho sempre considerato come un figlio". I toni mielosi non sono serviti a nulla. A stretto giro di posta le agenzie battono una doccia fredda: anche Migliore lascia Sel. La conta è partita. Vendola è costretto ad ammettere che c'è il rischio di un esodo. "C'è il pericolo che qualche esponente vada via ma non che il partito si spacchi - spiega -. È in corso un chiarimento tra di noi e spero serva a rimettere sul giusto sentire un partito come Sel che vuole discutere con il Pd ma che riguardo al governo di piccole-larghe intese vuole avere una posizione di opposizione". Alla fine della giornata sono in quattro i transfughi: oltre a Migliore e Fava ci sono due donne: Titti Di Salvo e Ileana Piazzoni, secondo indiscrezioni sarebbero però una decina i transfughi pronti ad approdare nella braccia del Pd e di Renzi. Che non aspetta altro e anzi tende la mano: "Chi guarderà verso il Pd troverà un partito aperto.
Prova a smorzare i toni il deputato Giorgio Airaudo, che ieri si è astenuto al momento del voto sul dl Irpef a Montecitorio. "La posizione parlamentare giusta di Sinistra ecologia libertà sul decreto Irpef - spiega Airaudo - doveva essere l'astensione, perché gli 80 euro sono una notizia positiva per chi li riceve, ma questi 80 euro sono una una tantum e ci sono tagli alla spesa pubblica". Tra linea dialogante e quella rigida insomma, potrebbe essercene un'altra: quella attendista. Vedere cosa fa il governo Renzi e poi valutare. Ma una volta innescata la miccia sarà difficile che l'incendio non divampi. che l'incendio non divampi. A fine riunione il commento di Vendola non lascia adito a dubbi: il partito è nel caos. "Per Sel oggi è il giorno più difficile, sono molto dispiaciuto e dico a coloro che abbandonano che è un errore politico".