venerdì 21 giugno 2024
Il bracciante abbandonato dal datore di lavoro perché "non era in regola". Il vescovo Crociata: i migranti meritano la stessa premura che destiniamo ai nostri cari
Satnam Singh

Satnam Singh - ANSA

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«Si sentivano le urla della moglie che continuava a chiedere aiuto, poi abbiamo visto un ragazzo che lo teneva in braccio e lo ha portato dietro casa. Noi pensavamo lo stesse aiutando, ma poi è scappato via». Noemi Grifo e Ilario Pepe ospitavano Satnam Singh e sua moglie in un rustico dietro casa, a Latina. Sono stati loro a chiamare i soccorsi dopo aver visto l’operaio agricolo abbandonato in strada col braccio amputato dal suo datore di lavoro Antonello Lovato. «Io gli sono corso subito dietro ha raccontato ancora il giovane . L’ho visto che entrava nel furgone e gli ho chiesto cosa fosse successo e perché non lo aveva por-tato in ospedale. Mi ha risposto “da me non sta in regola”. Poteva essere aiutato».

Lovato ora è indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso: dovrà spiegare molte cose al pm. «La moglie di Satnam ci ha raccontato che sono stati caricati sul furgone e gli sono stati tolti anche i telefoni – hanno continuato Noemi e Ilario -. Lei ha visto tutto ed è distrutta».

La donna ieri mattina si è sentita male: è stato necessario l’intervento di un’ambulanza per soccorrerla. Ancora in stato di choc, fatica a riprendersi dall’orrore che ha vissuto. Difficoltà a comprendere la gravità dell’accaduto sembra invece trasparire dalle parole di Renzo Lovato, padre dell’indagato e titolare dell’azienda agricola per cui lavorava Singh, che ieri è stata sequestrata dai carabinieri. «Avevo avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo» ha spiegato l’imprenditore al Tg1. «C’è dispiacere – ha aggiunto - perché è morto un ragazzo sul lavoro e non dovrebbe mai succedere. È costato caro a tutti». Dichiarazioni stonate, che hanno provocato la dura reazione di Susanna Camusso, senatrice Pd nonché ex segretaria Cgil. «La voce scelta per narrare la vicenda è stata proprio quella del padre del datore di lavoro, indagato per omicidio e omesso soccorso, il quale si avventura in affermazione raccapriccianti: chiederemo conto alla Rai su questo approccio comunicativo letteralmente vergognoso».

Drastico Maurizio Landini, segretario Cgil: «Siamo di fronte a un atto di vero e proprio schiavismo, di una gravità senza precedenti. Aziende come queste vanno chiuse». Sul fronte sindacale è iniziata la mobilitazione. Ieri in mattinata si è tenuta una manifestazione della Fai Cisl di Latina davanti alla prefettura, mentre domani sono previsti uno sciopero e un’altra manifestazione di protesta.

Ci sarà anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che ieri ha attaccato: «Satnam non ha avuto un incidente sul lavoro, è stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità. Serve un presidio permanente per bonificare l’Agro Pontino dal caporalato, dallo sfruttamento, dalle paghe da fame, dall’intrusione delle mafie e anche dalle convivenze politiche che a volte vediamo». Schlein ha chiamato in causa anche Giorgia Meloni: «Ci siamo rivolti più volte alla premier per lavorare insieme su questa priorità, la sicurezza sul lavoro, ma non abbiamo avuto risposta». La premier ha detto la sua aprendo il Consiglio dei Ministri: «Sono atti disumani che non appartengono al popolo italiano, mi auguro che questa barbarie venga duramente punita». Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato per oggi un incontro con sindacati e associazioni datoriali «per fare ancora una volta un passo avanti verso l’obiettivo di cancellare ogni forma di sfruttamento».

La ministra del Lavoro Marina Calderone, commentando un’operazione contro il caporalato agricolo tra Napoli e Caserta (7 arresti), ha garantito massimo impegno «contro individui senza scrupoli che pensano di comprare la vita delle persone con pochi spiccioli». Il vescovo di Latina, Mariano Crociata, ha parlato di «ennesimo fatto doloroso di morte sul lavoro che ci colpisce, non meno di tutte le altre volte, e anzi ancora di più, proprio perché è l’ennesimo episodio a ripetersi, nonostante tutte le deplorazioni, le dichiarazioni che ogni volta vengono fatte ». Il vescovo ha sottolineato che «uno straniero, un immigrato, non ha minore dignità di noi; il suo bisogno deve essere trattato con la premura che vorremmo per noi stessi e per i nostri cari».

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