"Michele si sentiva e resta un operatore di pace". Così monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare, nel corso dell'omelia per i funerali di Stato del sergente maggiore Michele Silvestri, morto in Afghanistan in un attentato sabato scorso."Pattugliava le strade e distribuiva cibo alla povera gente - ha aggiunto ancora Monsignor Pelvi - difendeva i quartieri dall'attacco di possibili terroristi accogliendo i bambini nei fortini, fermava i trafficanti di armi ma, intanto, ripristinava acquedotti distrutti dalla guerra, convinto che la pace si costruisce persino con un pezzo di pane e una scuola che riapre"."I nostri soldati sono un po' speciali - ha detto ancora monsignor Vincenzo Pelvi - perché portano con sè quel bagaglio di umanità e di fede che contraddistingue da sempre i militari italiani impegnati in missioni di sicurezza nel mondo. Quando di sera telefonava a casa, per rituffarsi nella voce della moglie e del figlio, raccontava: 'è dura! Ma la gente ci vuole bene, perché ha capito che non siamo occupanti ma amici'. Un sogno? Un'illusione cui aggrapparsi per rendere meno duro un lavoro difficile lontani da casa? Saranno i giorni futuri a dircelo, quelli che verranno dopo i giorni del dolore. E che tutti speriamo siano finalmente i giorni di una pace giusta".
I funerali si sono svolti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, alla presenza del presidente Napolitano, che ha salutato commosso la mamma Teresa, il papà Antonio, la moglie Annunziata e la sorella e il fratello Anna e Fortunato. La salma, a bordo del C130 dell'aeronautica militare, era atterrato alle 11 all'aeroporto militare di Ciampino; la camera ardente è stata allestita presso il Policlinico Militare "Celio" a Roma.
DUE FERITI ANCORA GRAVILa situazione resta grave per due dei militari italiani feriti sabato in Afghanistan, tra cui la soldatessa di Gela, per la quale la prognosi è riservata. Così il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del contingente italiano in Afghanistan, riguardo l'attacco con colpi di mortaio contro la base operativa avanzata "Ice" in Gulistan, nel settore sud-est dell'area di responsabilità italiana, nel corso del quale è morto il sergente Silvestri e altri cinque militari sono rimasti feriti. I due feriti più gravi "non sono in pericolo di vita, sono stabili e in terapia intensiva; sono stati trasferiti per poi preparare il viaggio per la Germania", ha riferito Lauro, "gli altri due sono seguiti dai sanitari dell'ospedale da campo americano. Provvederemo a farli rientrare a Herat tra oggi e domani. Il quinto sta bene e non ci dà preoccupazioni. I ragazzi sono provati ma vanno avanti con il loro lavoro. È un gruppo forte e ha dimostrato di poter superare questo momento". I 4.200 italiani sono nell'area ovest dell'Afghanistan, un'area grande quanto il Nord Italia. "È un'area molto delicata", ha concluso Lauro, "il pericolo è costante e dobbiamo essere pronti a tutte le esigenze. Siamo in un momento di transizione e per quanto riguarda la regione ovest gli obiettivi vengono portati avanti nei giusti tempi".