Durato circa un'ora e mezza, dalle 8 alle 9.30, non annunciato e fuori dai riflettori, è stato "molto utile e positivo", dice la fonte di Chigi. I due compagni di partito "hanno parlato di tutto, in particolare di riforme e Jobs Act"."L'incontro è stato soddisfacente per entrambi", ha fatto eco una seconda fonte del Pd vicina a Renzi. "Tra i due non c'era nessuna freddezza".Nonostante le smentite ufficiali circa il presunto scontro tra premier e il neo segretario del primo partito di maggioranza, le critiche dei renziani verso la gestione del dossier sulla tassazione immobiliare, poi verso il "pasticcio" degli scatti di anzianità degli insegnanti, che hanno investito direttamente il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, hanno seminato di insidie il percorso dell'esecutivo. E spinto anche gli altri partner della maggioranza ad alzare il tiro, con la minaccia di negare la fiducia in Parlamento se loro istanze non fossero accolte.
Quale che sarà l'ordine delle priorità del governo nel 2014, questo mese di attività politica sarà molto probabilmente centrato sulla legge elettorale, in vista delle motivazioni della Consulta alla sentenza con cui ha decapitato il "porcellum", attese a partire dalla prossima settimana, e dopo la decisione della Camera di portare il dibattito sulle nuove norme in aula dal 27 gennaio.
Coerente con il proposito di imporre il suo passo alla politica italiana, Renzi ha già messo sul tavolo tre proposte di modifica, con un occhio anche a Forza Italia di Silvio Berlusconi e ai grillini all'opposizione. La sfida sarà quella di trovare una sintesi che possa andare bene al Pd da una parte e a tutto il centrodestra dall'altra, sia alla componente governativa guidata da Angelino Alfano che quella del Cavaliere, in vista di una loro probabile alleanza alle future elezioni.
Sempre negato davanti ai microfoni, ma costante argomento di discussioni di corridoio, è poi il tema del "rimpasto" dell'esecutivo. In quasi nove mesi di vita il governo di larghe intese ha visto dimettersi un ministro, Josefa Idem del Pd, per una polemica sulla sua evasione dell'Imu, schivato quelle di due suoi colleghi di rango - Alfano per la vicenda del rimpatrio della moglie di un noto dissidente kazako e la guardasigilli Anna Maria Cancellieri per le telefonate alla famiglia Ligresti - e registrato l'addio di un viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, del Pd, in aperta polemica con il nuovo corso del partito.
L'uscita dalla maggioranza di Forza Italia e le dimissioni di quasi tutti i suoi sottosegretari, nonché il cambio della dirigenza Pd sono elementi che spingono verso un riequilibrio della compagine ministeriale più in linea con il nuovo assetto politico.Il pezzo forte di Renzi è al momento la sua proposta di modifica della legislazione del lavoro, il Jobs Act, per stimolare la nuova occupazione soprattutto giovanile, che largo spazio dovrà trovare nell'agenda di Chigi, ma che vede già la Cgil piuttosto critica. Su questo tema il governo di Mario Monti ha perso il suo slancio "riformatore", dopo un tormentato passaggio in Parlamento della riforma Fornero, e questo rischio si ripropone anche oggi.
Letta ha detto che vuole governare fino al 2015, concludendo il semestre di presidenza italiana della Ue nella seconda parte di quest'anno, e dopo avere accompagnato il Parlamento ad approvare una riforma della Costituzione che renda più efficienti le istituzioni.
Ma il prefissato appuntamento elettorale di primavera, quando si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo, è un potente gancio con cui l'opposizione di Berlusconi e Beppe Grillo cercano di tirare il Paese verso le urne anche per le politiche.
Quanto Renzi resisterà alla tentazione di mettere all'incasso dell'urna la sua popolarità anzitempo, oggi raccoglie il 54% del consenso degli italiani secondo un sondaggio Rai3/Agorà, sarà il tema anche delle prossime settimane.