Contro i cambiamenti climatici "è
giunta l'ora di agire", e alla conferenza mondiale di Parigi
bisogna sforzarsi di trovare "un accordo alto" e soprattutto "il
più vincolante possibile", per evitare che dopo "il fallimento"
di Copenaghen anche l'accordo del Cop21 sia "scritto sulla
sabbia". Matteo Renzi esorta gli oltre 150 leader riuniti
nella capitale francese a trasformare "questa sfida nella più bella delle
opportunità".
Nel suo intervento il presidente del Consiglio rivendica quanto fatto dall'Italia:
emissioni ridotte
del 23% negli ultimi vent'anni, leadership in molti settori delle
rinnovabili, 4 miliardi di dollari di investimenti previsti nei
prossimi 5 anni, due protagonisti mondiali come
Eni ed
Enel che "hanno
cambiato pelle" e sono diventati "protagonisti del rinnovamento
in Africa e in Sudamerica". Ovvero in alcune di quelle aree del
mondo (mancano Cina e India) senza le quali l'occidente può poco:
"La Ue vale il 10% delle emissioni globali", e dunque "serve un
investimento di tutto il mondo" e "in particolare dei Paesi in
via di sviluppo".
Un invito che Renzi può fare partendo dalla convinzione che anche
un accordo severo non avrà ripercussioni sulla crescita italiana,
anzi: "L'Italia ha già preso i propri impegni, e già sta andando
nella giusta direzione. Già stiamo facendo quegli sforzi che
fanno dell'Italia un leader in questo settore e non abbiamo nulla
da temere: confermo che il Pil andrà a crescere e non a
rallentare". Del resto, se prima erano "i biologi" a lanciare gli
allarmi, "oggi sono gli economisti a dirci" che bisogna
intervenire.
Insomma, "l'Italia sta facendo la sua parte" e "non si tira
indietro" rispetto a passi ulteriori. Il problema, ribadisce il
premier, "è che non tutti a livello mondiale stanno facendo
questi sforzi" e dunque "dobbiamo forzare in questa direzione".
Un ruolo, quello dell'Italia, che per Renzi deve far cambiare
l'atteggiamento anche a livello interno: "Dobbiamo uscire dalla
retorica per cui l'Italia non fa abbastanza" sull'ambiente. E
anzi "gli italiani devono essere orgogliosi e fieri del lavoro
che stanno facendo aziende, imprenditori, politici e associazioni
italiane".
Ora tocca agli altri leader, dice Renzi, perché "il mondo di oggi
e il mondo di domani stanno guardando a Parigi", al lavoro che
nei prossimi giorni dovranno fare i tecnici per trovare un "buon
equilibio" e un "buon risultato".Ai capi di Stato e di governo
Renzi ricorda che "abbiamo una grande responsabilità, siamo
chiamati a disegnare il futuro del mondo. Come politici siamo
chiamati a realizzare un capolavoro, ma potremo solo imitare la
cosa più bella, la natura, che va difesa e va difesa da noi
stessi".