Una visita a un'industria ricca di simbologia. Con diversi messaggi. Il premier Matteo Renzi ha, infatti, caricato di parecchi simboli la visita al nuovo stabilimento delle Rubinetterie Bresciane del gruppo Bonomi, a Gussago, luogo
distante ma non più di tanto da Cernobbio.
E uno, in particolare, ha accompagnato il suo discorso all'inaugurazione
della fabbrica accanto al capo di Confindustria, Giorgio
Squinzi, davanti ai dipendenti e alle loro famiglie: la volontà
di investire qui e di "fare le cose bene" come "segnale di
speranza che l'Italia ce la farà" con le sue forze a cambiare.
Il presidente del Consiglio avrebbe potuto debuttare da Ambrosetti,
in riva al lago di Como, dove in questi giorni si sono visti i
suoi predecessori Mario Monti ed Enrico Letta. È andato,
invece, col ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, fra i
capannoni fuori Brescia a spiegare con un ulteriore richiamo
simbolico che "ai tanti convegni" preferisce stare "in mezzo
a chi crea posti di lavoro". "Se l'Italia è quello che è - ha
detto -, è perché gli uomini e le donne delle piccole e medie
imprese che spesso sono diventate grandi si sono spaccate la
schiena".
La visita di Renzi, che al suo arrivo ha voluto stringere la
mano ad alcuni poliziotti in servizio perché per loro "non è un
buon momento", è durata due ore. Il nuovo stabilimento misura
100.000 metri quadrati, impiega oltre 200 persone ed è ad
esempio in grado di produrre in media ogni giorno 60.000
valvole, 30.000 raccordi, 200.000 particolari da plurimandrino e
40 tonnellate di particolari stampati. Al termine del discorso
il premier è stato poi guidato in un tour fra i reparti dai
padroni di casa, Aldo e Carlo Bonomi, con alcuni operai che si
sono messi al lavoro e il frastuono dei macchinari a fare da
sottofondo.
Questa visita in Lombardia, dopo quelle per la Brebemi a
luglio e per Expo ad agosto, è servita a Renzi per stringere i
rapporti con gli imprenditori del nord e chiedere loro di
condividere la fiducia nel futuro. Ma se ha raccolto molti
applausi e l'appoggio di Squinzi contro le politiche di
austerità, il leader del Pd ha anche suscitato molte
aspettative.
Aldo Bonomi, che è fra i vice di Squinzi in
Confindustria, ha rivendicato i suoi investimenti all'insegna
dell'italianità, garantendo che ci sono "tante altre famiglie
di imprenditori pronte a scommettere sul Paese". Ma ha anche
chiesto a Renzi di intervenire al più presto perché "lo Stato
ci metta nelle condizioni di competere" nel mondo con meno
carico fiscale e meno spesa pubblica improduttiva.