Risolvere il caso Lupi in fretta senza dare troppi scossoni al governo e al suo operato. Matteo Renzi inizia la settimana con una visita al Colle in mattinata per spiegare al presidente Sergio Mattarella come intende procedere dopo le dimissioni del ministro dei Lavori pubblici. Il colloquio tra i due è durato circa un'ora.
Escluso comunque che il restyling della squadra di governo possa riguardare anche i sottosegretari indagati. Renzi infatti ieri ha spiegato di non aver alcun intenzione di cambiare la rotta all'insegna del garantismo tenuta fin qui, sottolineando come la scelta delle dimissioni di Lupi sia legata esclusivamente a ragioni di opportunità politica.
Nel primo pomeriggio il Quirinale ha diffuso una nota con la quale si comunica che Renzi assume l'interim del
dicastero dei Lavori Pubblici e vengono accettate le dimissioni di Lupi. Molto probabile che in tempi brevi arrivi un mini-rimpasto i cui tempi sono stati probabilmente proprio al centro del
colloquio con il Capo dello Stato, il totoministri continua a
registrare in pole position l'attuale sottosegretario a Palazzo
Chigi Graziano Delrio. Se alla fine Delrio restasse invece al suo posto, fra gli altri nomi sui cui si ragiona restano quello della
vicesegretaria del Pd Deborah Serracchiani (attuale governatrice
del Friuli e la cui nomina a Roma comporterebbe anche nuove
scelte per la regione). L'unico tecnico che potrebbe entrare
nella rosa potrebbe essere il superconsulente Andrea Guerra.
Altra ipotesi ancora in campo, anche se con chance più basse
di successo, quella di spacchettare lo stesso ministero delle
Infrastrutture, sottraendo la struttura di missione, che decide
gli appalti, consegnandola nelle mani di Palazzo Chigi.
Ciò che è certo, e di cui anche la presidenza del Consiglio è
consapevole, è che il ministero che è stato guidato in questi
mesi da Maurizio Lupi ha un ruolo chiave, a maggior ragione alla
vigilia dell'Expo, e che quindi appare difficile che l'interim
del premier possa durare a lungo.