martedì 25 giugno 2024
Nelle zone interne della regione rubinetti a singhiozzo, mentre gli agricoltori e gli allevatori sono disperati
La siccità in Sicilia sta creando problemi a persone e animali

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La rovente e lunghissima estate siciliana, senza una goccia di pioggia, si può raffigurare con due opposte cartoline-manifesto: i bagnanti che invadono le spiagge, gli animali che cercano di placare l’arsura nelle pozze di fango. Festosa la prima, terribile la seconda. Per alleviare la grande sete che ha ricadute pesantissime sull’agricoltura, sulla vita quotidiana e sul turismo il governo nazionale ha deliberato lo stato di emergenza, mettendo sul piatto venti milioni per gli interventi più urgenti.

«Subito dopo l’approvazione di Roma, abbiamo avviato il piano di circa cento interventi fra riuso, potenziamento e ristrutturazione di pozzi e sorgenti» spiega Salvo Cocina, capo della Protezione Civile siciliana alla guida della cabina di regia per l’emergenza idrica. «Dopo quindici giorni – aggiunge – molti sono con progettazione completa, diversi già in cantiere, mentre in alcuni luoghi già c’è l’acqua».

«Inoltre abbiamo finanziato – continua Cocina – le riparazioni di ottanta autobotti comunali e l’acquisto di decine altre. Ogni settimana c’è una riunione con le Ati, le Assemblee territoriali idriche costituite dai comuni, e con i gestori dell’acqua a cui spetta l’attuazione e l’approvvigionamento idrico».

«Parliamo del settore idropotabile che riguarda l’esistenza delle persone, giorno per giorno – il responsabile della Protezione Civile illustra i piani –. Dieci milioni sono stati già stanziati e altri venti arriveranno grazie all’impegno del governo regionale, con la prossima manovra finanziaria. La strategia emergenziale si completa con i progetti a medio termine, come i dissalatori, su cui la Regione ha ottenuto le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione e ora si sta muovendo in fretta, anticipando le somme. A lungo termine sono in corso programmi di intervento, per centinaia di milioni, sulle dighe».

«Lo scenario più grave – conclude l’ingegnere – per i turni di erogazione è quello legato al lago Fanaco, ormai quasi prosciugato, che riguarda alcuni territori di Agrigento e Caltanissetta. Non c’è, per ora, una emergenza vasta, ma ci sono tante emergenze locali. Tutti dobbiamo compiere uno sforzo corale, così come è accaduto per il Covid».

Proprio per Agrigento è stato istituito un tavolo permanente sulla crisi idrica. Intanto, ci si attrezza con i bidoni, alla meno peggio, dentro un panorama di grave disagio per via dei rubinetti a singhiozzo. Oltre la buona volontà, l’orizzonte si mostra, al momento, denso di incognite e di motivata preoccupazione.

La sofferenza dell’agricoltura è un dramma parallelo che si va approfondendo. «Saranno erogati in tempi brevi i voucher agli allevatori siciliani per l’acquisto di foraggio per gli animali – informa una nota della Regione –. Il provvedimento per contrastare gli effetti della siccità prevede uno stanziamento di dieci milioni di euro e ha ricevuto il parere favorevole della terza Commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana. Quest’ultimo passaggio consentirà all’assessorato regionale dell’Agricoltura di ultimare la procedura e pubblicare l’avviso con il quale gli allevatori potranno presentare le domande».

Ma il contesto rimane assai critico. Il grido disperato degli agricoltori allo stremo lo riassume Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia. «Il frangente è drammatico – dice –. Le dighe sono vuote, c’è una forte preoccupazione per tutte le coltivazioni, per non parlare del patrimonio zootecnico che rischia di scomparire. Stiamo pagando cinquant’anni di cattiva gestione, con ritardi, disservizi e opere non collaudate. La reazione è lenta, rispetto alle esigenze. Ricevo moltissime telefonate al giorno. Gli agricoltori sono esasperati e pronti a scendere in piazza».

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