Scatena la protesta di Forza Italia la richiesta di condanna
a tre anni e due mesi di carcere per il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio
Berlusconi, e a tre anni e quattro mesi per il presidente della stessa società,
Fedele Confalonieri, nell'ambito del processo sul caso Mediatrade. Entrambi
sono accusati di frode fiscale. La richiesta è stata formulata oggi al termine
della sua requisitoria dal pm di Milano
Fabio De Pasquale.«Nel pieno stile sovietico la persecuzione contro Silvio Berlusconi si estende alla sua famiglia e ai suoi collaboratori e naturalmente in perfetto tempismo elettorale», reagisce il senatore "azzurro",
Lucio Malan. Mentre il capogruppo a Palazzo Madama,
Paolo Romani, parla di
richiesta «logicamente assurda, grammaticalmente sconnessa, ma politicamente
chiarissima».
Silvio Berlusconi, sebbene sia stato prosciolto, «non può
essere considerato sparito, diventando innominabile. In questa vicenda
processuale non c'è, ma comunque permane una influenza delle direttive di
massima che ha dato all'inizio di questa vicenda. Vicenda che ha una storia
lunghissima». Così il passaggio introduttivo della requisitoria di De Pasquale.
Il pm, a proposito del figlio dell'ex premier ha sottolineato che «nel suo
nome, incarna questa situazione» e cioè il fatto che sulla vicenda c'è
«l'eredità del padre che ha dato le direttive sulla compravendita dei diritti
tv». Del riflesso che avranno sull’imminente tornata elettorale
le vicende giudiziarie che ruotano intorno all’ex Cavaliere ha parlato il
consigliere politico del partito
Giovanni Toti. Per il quale, in particolare,
la sentenza contro Silvio Berlusconi è «turpe» e la decadenza dello stesso da
senatore «ancora più ignobile». Questa perciò è una campagna elettorale in cui
«i moderati entrano con il loro campione che ha le mani legate. Questo falserà
il risultato elettorale ed è un danno per la nostra democrazia», afferma Toti.