Alla fine Renzi si siede al tavolo con i grillini. E' iniziato alle 14,30 l'incontro, il primo del suo genere, tra Pd e M5s per discutere della nuova legge elettoraleA sopresa il premier e segretario del Pd ha deciso di partecipare in prima persona all'incontro con il M5S su riforme e legge elettorale. Con lui il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e l'eurodeputata Alessandra Moretti. Per i 5 Stelle presenti i capigruppo di Camera e Senato Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella, insieme a Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Assente Beppe Grillo che come al solito si affida al suo blog, pochi minuti prima dell'inizio dell'incontro perdire la sua. "Vogliamo lavorare in maniera seria ed efficace per essere, nella definizione della legge elettorale, un interlocutore politico che rappresenta milioni di italiani. Non avete più scuse" scrive Grillo. "Dopo che l'Italia ha avuto per 8 anni una legge elettorale incostituzionale, è giunto il momento di dare al Paese una legge che garantisca una democrazia compiuta e un sistema politico più stabile. Per questo il M5S ha già presentato la propria proposta di legge elettorale, il Democratellum, frutto di un intenso lavoro in rete tra i cittadini".
Il colloquio tra Pd e M5s, durato più di un'ora e andato in onda in streaming, si è concentrato proprio sulle due proposte di legge elettorale, il Democratellum e l'Italicum. Toni dialoganti e la proposta di riaggiornare il tavolo tra tre giorni. "ll nostro obiettivo è assicurare la governabilità" ha detto Renzi indicando i paletti dell'esecutivo. "Vogliamo la certezza della governabilità", ha detto sottolineando che il Democratellum, è "gravemente deficitario sotto il profilo della governabilità". "Noi pensiamo che la sera delle elezioni si debba sapere chi ha vinto e eventualmente siamo pronti a introdurre il ballottaggio, cioè il secondo turno", osserva Renzi. "La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni" e studiandola si evince - spiega il premier - che "non si ottiene la maggioranza". Apertura possibile invece sulle preferenze anche se secondo Renzi aprirebbero il fianco al ritorno del voto di scambio (motivo per cui furono abolite). "Noi non abbiamo paura delle preferenze" ha detto Renzi al M5S. "Siamo pronti a ragionare di preferenze ma se c'è la certezza della governabilita" ha ribadito.
A sorpresa il premier al tavolo dell'incontro: prima governabilità, poi discutiamo anche di preferenze.
Italicum-Democratellum a confronto
Mille giorni per fare le riforme
IL PERSONAGGIO Di Maio scalza tutti
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