giovedì 16 ottobre 2014
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Assumere a tempo indeterminato diventerà conveniente. Per l’imprenditore, considerato un reddito medio, il risparmio si attesterà tra i 7.500 e i 10.600 euro l’anno. E anche per il lavoratore la busta paga «netta» potrebbe lievitare di circa 1.600 euro in un anno. Sarà questo l’impatto dell’arrivo del nuovo contratto a tempo indeterminato a «zero contributi» per tre anni per i neo-assunti. I dettagli finali della norma che il governo ha esaminato ieri sera non sono ancora noti. Ma secondo l’elaborazione del Caf nazionale della Cisl, il nuovo contratto indeterminato diventerà davvero competitivo sul fronte del costo del lavoro per chi vuole assumere. Sarà più conveniente non solo rispetto agli attuali contratti stabili ma anche a quelli temporanei e alle collaborazioni.  Ecco qualche esempio sulla base di una paga lorda da 25.000 euro annui. Per la nuova assunzione a zero contributi il Caf Cisl calcola un risparmio di circa 7.600 euro rispetto al contratto attuale e un vantaggio di 1.600 euro per la retribuzione netta del lavoratore, circa 130 euro al mese. Alla retribuzione lorda non si applica il prelievo di 2.462 euro di contributi dovuti dal lavoratore, ma vanno tolte le tasse (5.126 euro) e la previdenza complementare. Alla fine rimangono 19.736 euro di salario «netto ». Per il datore di lavoro, invece, c’è un risparmio di contributi che fa scendere il «costo del lavoro» globale a 27.587 euro da oltre 35.000. L’attuale lavoratore a contratto stabile paga invece una ritenuta di 2.462 euro per i contributi, che porta l’imponibile Irpef a 22.537 euro al quale si tolgono circa 4.260 euro di tasse. Alla fine in busta paga arriva un netto di 18.139 euro. Per il datore di lavoro, invece, ai 25.000 euro lordi si aggiungono da pagare 7.616 euro di contributi previdenziali e 353 di Inail. Alla fine tra Tfr, Assistenza sanitaria e previdenza complementare il costo «lievita» a 35.204 euro.   La spesa per un contratto temporaneo non si discosta molto da quello «indeterminato». Per il lavoratore i prelievi di contributi e tasse non cambiano e alla fine dai 25.000 euro lordi si arriva a 18.139 euro netti. Per il datore di lavoro i contributi previdenziali sono appena più alti: 7.990 euro contro i 7.616 di quello a tempo «indeterminato ». Il costo del lavoro finale sale a 35.577 euro. Collaboratori: in questo caso è il lavoratore a pagare. La retribuzione netta, dai 25.000 euro lordi, scende a 18.057 euro per i contributi e i prelievi di tasse. Il datore di lavoro, invece, spende meno dei vecchi contratti «indeterminati » ma più di quelli a zero contributi: alla fine l’esborso per il costo del lavoro è di 30.155 euro. Portando la retribuzione lorda a 35mila euro, il vantaggio dei nuovi contratti a contributi zero cresce: il costo del lavoro sarebbe di 38.575 euro contro i 49.271 dell’attuale contratto e la retribuzione netta del lavoratore salirebbe da 24.270 a 25.856 euro.
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