giovedì 24 ottobre 2013
​ValIe del Marro, lo Stato scende in campo a fianco della coop. I ragazzi hanno fronteggiato il boss Mammoliti al processo. Dopo la denuncia di Avvenire, la prefettura scrive ai primi cittadini della Piana di Gioia Tauro: perché non c’eravate?
Boss alla sbarra e lo Stato non c'è
Il monito dei sindaci contro le cosche
I PROTAGONISTI «Tutti bravi ai convegni ma ora dove sono?»
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Lo Stato scende in campo al fianco della cooperativa Valle del Marro. E spinge anche il Comune di Oppido Mamertina a fare altrettanto. La denuncia di Avvenire, pubblicata ieri, della mancanza delle istituzioni al fianco della cooperativa Valle del Marro nel processo contro la cosca Mammoliti, è arrivata sul tavolo dei ministri dell’Interno e della Giustizia. Si stanno studiando le carte per capire se c’è ancora la possibilità di costituirsi parte civile nella seconda udienza del 6 dicembre. Ma dai due ministeri intanto arriva l’assicurazione: «Non li lasceremo soli». Mentre la neopresidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, che ieri ha sottolineato l’importanza di «rendere sempre più forte quella società civile che resiste e che pone in atto ogni giorno gesti di legalità», ha chiesto di essere costantemente tenuta informata sulla vicenda.Tutto questo è già un punto a favore visto che nella prima udienza i giovani della cooperativa, nata su iniziativa della diocesi di Oppido-Palmi e di Libera per gestire i terreni confiscati alla ’ndrangheta, si erano trovati da soli davanti a boss del calibro di Saverio Mammoliti, accusato di estorsione aggravata nei loro confronti, per aver fatto tagliare circa 500 ulivi di uno di quei terreni nel tentativo di rientrare in possesso dei suoi beni. Il primo che dovrà essere al loro fianco è il sindaco del paese aspromontano al quale i terreni sono stati assegnati. Per questo ieri gli è arrivata una telefonata della Prefettura di Reggio Calabria (analoghe sono giunte anche ad altri sindaci della Piana di Gioia Tauro). In primo luogo per capire come mai non si fosse costituito parte civile, pur essendo nella lista delle parti offese. Il primo cittadino si sarebbe giustificato spiegando che il Comune è in dissesto finanziario e non si può permettere un avvocato. Un motivo che non avrebbe convinto. Così gli è stata chiesta una relazione scritta sulla vicenda. E, per superare l’"ostacolo" economico, si starebbe studiano la praticabilità di un gratuito patrocinio a spese dello Stato o l’assistenza di un legale "volontario". E non ci sarebbero più alibi. Insomma davvero non si vuole che i giovani della Valle del Marro rimangano soli. E appare molto probabile la presenza di rappresentanti delle istituzioni sia locali che nazionali in occasione della seconda udienza.«È importante la costituzione di parte civile del sindaco e dei ministeri, per dire che sono al fianco dei giovani della cooperativa per sostenerli – commenta il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho –. Noi con l’individuazione dei responsabili dei danneggiamenti abbiamo fatto il nostro dovere, ora tocca alle altre istituzioni. Serve quella sorta di "cordone di sicurezza" che va al di là della responsabilità giudiziaria, e che è fatto di associazioni, volontariato, società civile, istituzioni. In altre zone d’Italia è già forte. Qui in Calabria, purtroppo, ancora no. Per questo, lo ripeto è importante non lasciare soli i giovani della Valle del Marro».Nella seconda udienza potrebbe arrivare anche la richiesta di costituzione di parte civile di Libera. I legali dell’associazione presieduta da don Luigi Ciotti stanno studiando se c’è ancora questa possibilità, pur non essendo stata inserita Libera tra le parti offese. Comunque sarà presente quel giorno al fianco dei giovani della cooperativa, così come in tanti altri processi alle mafie.
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