giovedì 2 giugno 2011
Grido d'aiuto al governo: difficoltà economiche aggravate dai ritardi nei pagamenti. Il mancato versamento dei fondi per molti può provocare un indebitamento verso lo Stato.
COMMENTA E CONDIVIDI
Oltre mezzo milione di cartoline con una sola richiesta: non «tagliare» la libertà di educare. Destinatari del messaggio, sottoscritto dai genitori degli ol­tre 550mila bambini iscritti nelle scuole del­l’infanzia aderenti alla Federazione delle scuole materne di ispirazione cattolica (Fi­sm), sono il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia e Fi­nanze Giulio Tremonti e il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. Un «gesto simbolico», spiegano i responsa­bili nazionali della Fism, ma anche un nuo­vo grido d’aiuto per la sopravvivenza di que­sto segmento della scuola italiana. Soltan­to nei giorni scorsi il ministero della Pub­blica Istruzione ha dato il via libera al pa­gamento degli 8/12 dei fondi stanziati per la scuola paritaria nel 2010, mentre all’ap­pello mancano anco­ra tutti quelli stanzia­ti per il 2011. Ritardi che «mettono in gra­vi difficoltà economi­che moltissime delle ottomila scuole ma­terne paritarie sparse in tutta la Penisola, operando in oltre 4800 Comuni italiani». «La Fism è ben consapevole della crisi eco­nomica che attraversa il Paese – spiega in u­na nota ufficiale la Federazione –, ma non si può scaricare sulle famiglie, oltre alle dif­ficoltà economiche, che già devono affron­tare, un ulteriore aggravio di spesa, inevita­bile in mancanza dei contributi promessi». Già, perché le scuole materne paritarie (co­sì come tutte le altre paritarie di ogni ordi­ne e grado) devono comunque far fronte al­le spese: stipendi, bollette, manutenzione degli stabili, per fare qualche esempio. Ma per molte realtà scolastiche l’attesa dei fon­di statali si trasforma o in indebitamento verso le banche o nell’aumento delle rette scolastiche che colpiscono le tasche delle famiglie che intendo esercitare il proprio diritto costituzionale alla libertà di educa­zione. Una situazione drammatica che in alcuni momenti al danno sembra aggiungere an­che la beffa. Accade, infatti, che la Legge di stabilità 2011 (la ex Finanziaria) in un pri­mo momento ha stanziato solo 281 milio- ni di euro sui 539 originari del capitolo di spesa per le paritarie. Una cifra frutto dei tagli fissati (in questo caso 258 milioni di euro) nella legge di bilancio triennale e, dun­que, sottolineano alla Fism, «ampiamente prevedibili». Dopo le proteste, a quei fondi ne sono stati recuperati 245 sui 258 milioni tagliati, subordinandoli, però, «alla vendita delle frequenze televisive del digitale terre­stre italiano, da cui il governo ha pensato di ricavare almeno 2 miliardi e 400 milioni di euro». Una vendita che nel frattempo il mi­nistero per lo Sviluppo economico ha bloc­cato mettendo a rischio il rispetto dei tem­pi (settembre 2011) e così quello dell’Eco­nomia ha proceduto (per evitare un buco di bilancio) a un taglio preventivo del 10% dei capitoli di spesa, tra cui – ed ecco la beffa – anche quello delle paritarie. «Così ai 281 mi­lioni stanziati ne sono stati tolti altri 28 – de­nuncia la Fism – portando i fondi a dispo­sizione a 252 milioni e 573mila euro». Inevitabile, per la Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana, lanciare l’ennesimo grido d’aiuto, chiedendo «il re­cupero totale della somma di 526 milioni previsti dalla legge finanziaria 2011 entro settembre prossimo, anche per e­vitare la chiusura forzata di non poche delle ottomila scuola del­l’infanzia Fism». Non solo. «Oc­corre ristabilire in capitoli distin­ti i fondi destinati dallo Stato per le paritarie, anche per evitare 'u­na guerra tra poveri', visto che l’attuale suddivisione accomuna nella distribuzione dei fondi le materne con le primarie conven­zionate », con quest’ultime che vengono pagate prima delle ma­terne. E se non si vuole ripetere il travagliato iter anche nella pros­sima Finanziaria, «occorre modi­ficare il bilancio triennale che pre­vede anche per il 2013 ulteriori ta­gli al capitolo di spesa». «Tutto questo – dichiara il segre­tario nazionale della Fism Luigi Morgano – per consentire alla scuole dell’infanzia cattoliche e di ispirazione cristiana paritarie di continuare il loro impegno di qua­lità alta del loro servizio educati­vo: servizio e qualità messi a du­ra prova dalla condizione di per­sistente precarietà dei finanzia­menti erogati dallo Stato italiano».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: