sabato 23 giugno 2018
Un mercantile danese e la Lifeline da giorni in mare con centinaia di persone a bordo. Il presidente francese: non è una crisi migratoria, ma politica. E domenica presenta il suo piano a Bruxelles
Navi tenute fuori dai porti, scontro Salvini-Macron. E l'Europa discute
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Nel caso in cui si verifica una richiesta di soccorso nelle acque di Ricerca e soccorso della Libia, le autorità competenti sono quelle libiche e bisogna coordinarsi in primo luogo con loro: è quello che la Guardia costiera italiana scrive in un messaggio per tutte le navi che si trovano in zona libica nel momento in cui si verifica l'emergenza.

Sono due ora le navi colme di persone salvate dal mare in attesa in balia delle deliiosi politiche. Una è la nave cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese, con a bordo più di 110 migranti soccorsi nel Mediterraneo, da venerdì davanti al porto di Pozzallo. La nave è stata rifornita di viveri e di beni di prima necessità, ma è in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto siciliano. Sbarcate una donna incinta e alcune bambine

La seconda è la nave Lifeline dell’Ong tedesca, da giorni in navigazione: sabato ha fatto sapere di essersi nuovamente fermata per aiutare proprio il mercantile Alexander Maersk, non equipaggiato per i soccorsi in mare: Lifeline ha raccontato che, per accedere al mercantile, i naufraghi hanno dovuto arrampicarsi su una scala alta cinque metri.

Il caso diplomatico su Lifeline: ci serve aiuto. Malta: allontanatevi. Salvini: mai in Italia

Non si è sbloccata ancora nemmeno la vicenda della nave Lifeline: il pressing su Malta del governo italiano per far approdare l'imbarcazione con a bordo ancora le 224 persone soccorse giovedì 21 giugno non sta funzionando, dalla Valletta la replica è secca: "Non siamo competenti. Non tocca a noi".

La nave Lifeline, che resta in alto mare, dal canto suo rilancia un appello in attesa di un porto dove attraccare. "Siamo a Sud di Malta, in acque internazionali. Alcune forniture sono esaurite, oggi abbiamo bisogno di fare un viaggio di approvvigionamento per la nave. Abbiamo bisogno di farmaci, coperte, ecc. Aiutateci", scrive su Twitter la Ong tedesca sull'imbarcazione oggetto dello scontro tra Italia e Malta, con Amsterdam che ne ha disconosciuto la bandiera anche se il database Imo garantisce che la nave sia registrata proprio nei Paesi Bassi.

La nave "Lifeline ha violato le regole ignorando le direttive dell'Italia nell'area di ricerca e soccorso libica. Dovrebbe muoversi dalla sua posizione verso la destinazione originaria per evitare un'escalation" ha scritto su twitter il premier maltese Joseph Muscat a proposito della nave con 224 migranti da tre giorni al centro di una contesa diplomatica. "Nonostante non abbiamo alcuna responsabilità - sottolinea Muscat - Malta ha appena consegnato rifornimento umanitari e le Forze armate hanno condotto l'evacuazione medica di una persona". E poi. esplicito: «Non accettiamo ordini dall'Italia».

Italia conferma la linea dura: no sbarchi in Italia di navi straniere

Intanto su Twitter il ministro dell'Interno Matteo Salvini è tornato a fare annunci sul tema Ong e migranti e ha confermato la linea dura: "In questo momento le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati. Le navi di altre tre Ong (Astral, bandiera Gran Bretagna, Sea Watch e Seefuchs, bandiere olandesi) sono ferme in porti Maltesi. Che strano...La LIFELINE infine, nave fuorilegge con 239 immigrati a bordo, è in acque maltesi. Tutto questo per dirvi che il Ministro lo farò insieme a Voi, condividendo tutte le informazioni che sarà possibile condividere, e per ribadire che queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia: voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi! Buon sabato Amici, vi voglio bene" conclude.

Migranti: Ue, 16 Paesi partecipano al mini-summit domenica 24 giugno

Intanto domenica 24 giugno a Bruxelles si terrà il summit informale su migranti e diritto d’asilo per trovare un accordo in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno. Sono 16 gli Stati membri che parteciperanno all'incontro. Agli 8 Stati membri (Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Bulgaria, Malta e Grecia) invitati inizialmente da Jean-Claude Juncker,si sono aggiunti Belgio, Olanda, Croazia, Slovenia, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca e Svezia. “L'obiettivo è lavorare con un gruppo di capi di Stato e di governo interessati a soluzioni europee prima del Consiglio europeo”, ha spiegato il portavoce dell'esecutivo comunitario, Alexander Winterstein.

Macron: non è crisi migratoria, ma politica. Salvini: arroganti

A scoprire la carte è il presidente francese Macron, che partecipa all'asse Parigi-Berlino-Madrid nel tentativo di cercare un'intesa che possa ricondurre Roma e il gruppo di Visegrad nell'alveo europeo di gestione del tema dei migranti. Ecco la bozza di soluzione proposta: centri portuali e chiusi per l'identificazione, una sorta di Cie ma nei porti, e sanzioni per i Paesi che si rifiutano di
accogliere i migranti. Il capo dell'Eliseo ha anticipato il suo piano durante il suo incontro con il nuovo premier spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, impegnato nella sua prima visita fuori dai confini spagnoli e che la prossima settimana incontrerà a Berlino la
cancelliera, Angela Merkel. Macron e Sanchez avevano già trovato un'intesa quando la nave Aquarius era stata rifiutata dall'Italia e, dopo lo sbarco a Valencia, Parigi si era detta disponibile ad accogliere chi, di quella nave, fosse in possesso dei requisiti per chiedere l'asilo.

Sono tutt'altro che sereni invece i rapporti con l'Italia. Anche oggi il capo dell'Eliseo non ha risparmiato critiche a Roma: "L'Italia non sta vivendo una crisi migratoria come c'era fino allo scorso anno, chi sostiene questo dice bugie", ha dichiarato nella conferenza stampa congiunta, ricordando il calo di sbarchi di circa l'ottanta per cento. "Quello che pesa ora in Italia sono le persone dello scorso anno che non hanno avuto l'asilo e sono in una situazione di irregolarità", ha aggiunto il presidente francese. "Qui - ha sottolineato - la solidarietà europea deve giocare nel senso di una politica di ritorno". Secondo Macron si tratta piuttosto di una "crisi politica" scaturita da estremisti che giocano sulla paura. Ha tuttavia invitato a "non cedere allo spirito di manipolazione o iper-semplificazione della nostra epoca".

Pronta la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Se per l'arrogante presidente Macron questo non è un problema, lo
invitiamo a smetterla con gli insulti e a dimostrare la generosità con i fatti aprendo i tanti porti francesi e smettendo di respingere donne, bambini e uomini a Ventimiglia. Se l'arroganza francese pensa di trasformare l'Italia nel campo profughi di tutt'Europa, magari dando qualche euro di mancia, ha totalmente sbagliato a capire".

La proposta francese: centri di sbarco europeo, solidarietà tra Paesi obbligatoria

La proposta francese, che sarà discussa alla riunione di domenica a Bruxelles e che Macron aveva già anticipato alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, prevede dei punti di sbarco "su suolo europeo". I centri di sbarco saranno, nella ipotesi di Parigi, il punto di inizio della valutazione delle richieste di asilo. "Una volta sbarcati (i migranti, ndr) - ha spiegato Macron - in questi centri chiusi, la cui realizzazione è finanziata da fondi europei, si potrà esaminare con rapidità la situazione" in cui versano i migranti e capire "chi ha diritto all'asilo" e chi, invece, va rispedito al paese di provenienza. Per il capo dell'Eliseo "è necessario un percorso di solidarietà, e non una gestione caso per caso". Una solidarietà però che diviene obbligatoria perché vengono previste sanzioni a chi si oppone. "Non possiamo avere paesi che beneficiano enormemente della solidarietà dell'Ue e rivendicano interesse personale nazionale quando si tratta della questione dei migranti", ha avvertito Macron, sottolineando poi di essere "favorevole all'applicazione di sanzioni in caso di mancata collaborazione".

I Paesi del Nord Europa guardano ai confini di terra

I confini di terra, invece, sono al centro dell'attenzione dei paesi del nord Europa. Vienna chiede che Frontex sia impiegata per sorvegliarli. Lo ha affermato a Welt am Sonntag il ministro della difesa, Mario Kunasek, secondo cui il mandato della missione va modificato consentendo l'utilizzo futuro di polizia e soldati. I soldati, spiega Vienna, sarebbero posti sotto il comando civile e assisteranno le guardie di frontiera con logistica, strumenti di ricognizione e armi. L'obiettivo della proposta del governo austriaco è "mettere in sicurezza le frontiere esterne dell'UE, combattere l'immigrazione illegale e distruggere gli sporchi affari dei trafficanti", non solo nei Balcani ma anche in Grecia e in Italia.

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