mercoledì 10 dicembre 2014
Il capo dello Stato in un intervento all'Accademia dei Lincei: sbagliato lasciarsi andare a "rappresentazioni distruttive" della politica, ma questa deve recuperare valori e moralità.
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È sbagliato lasciarsi andare a "rappresentazioni distruttive" della politica, ma questa deve recuperare valori e moralità. Lo ha detto Giorgio Napolitano, intervenendo ad una iniziativa promossa dall'Accademia dei Lincei.  "So bene che è stato fatale, per mettere in crisi soprattutto l'avvicinamento dei giovani alla politica - ha aggiunto il Capo dello Stato- l'impoverimento culturale degli attori e dei punti di riferimento essenziali, cioè dei politici e dei partiti. L'ho percepito e l'ho scritto quasi dieci anni fa, nella mia autobiografia politica, scritta anche in vista del commiato da pubbliche responsabilità"."La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in antipolitica, cioè in patologia eversiva", ha aggiunto Napolitano. "Insisto su un dato dell'impoverimento culturale, inteso come smarrimento di valori, che si è verificato anche per effetto di uno spegnimento delle occasioni di formazione e di approfondimento offerte nel passato dai partiti in quanto soggetti collettivi dotati di strumenti specifici e qualificanti. È stato questo un fattore decisivo anche di impoverimento morale. Perchè la moralità di chi fa politica poggia sull'adesione profonda, non superficiale, ha valori e fini alla cui affermazione concorrere col pensiero e con l'azione. Altrimenti, l'esercizio di funzioni politiche può franare nella routine burocratica, nel carrierismo personale, nella ricerca di soluzioni spicciole per i problemi della comunità, se non nella più miserevole compravendita di favori, nella scia di veri e propri circoli di torbido affarismo e sistematica corruzione".
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