"Continuità nel cambiamento" chiede il presidente della Repubblica, evitando "discussioni su ipotesi di voto anticipato e scissioni" che non sortiscono altro effetto se non quello di allontanare l'attenzione dai problemi reali del Paese. Gli auguri di Giorgio Napolitano alle alte cariche dello Stato potrebbero rappresentare un contributo determinante alla prosecuzione della legislatura e, in particolar modo, al cammino delle riforme che il Capo dello Stato vuole "coerente e senza battute d'arresto". Musica per le orecchie del presidente del Consiglio che, a cerimonia terminata, può commentare: "Un discorso di grande respiro, di alto profilo". Anche perchè Napolitano non ha tralasciato nessuno dei tavoli ai quali è impegnato l'esecutivo, spaziando dall'Europa ai rapporti con le opposizioni, passando per il rispetto dovuto dai sindacati alle prerogative delle istituzioni e terminando, appunto, con l'importanza della stabilità e della continuità. Sull'Europa, innanzitutto, Napolitano ha sottolineato l'importanza del lavoro del governo Renzi per riportare l'Italia al centro "del concerto europeo" anche grazie al consenso ottenuto dal Pd alle elezioni del 25 maggio. È anche in virtù di questo consenso, ha aggiunto Napolitano, che l'Italia deve dare seguito alle aspettative dei "nostri amici in Europa e nel mondo", amici che si aspettano dall'Italia nuove e serie prove di continuità nel cambiamento". Non sfugge al Capo dello Stato che la crisi è ben lungi dall'essere superata. Anzi, Napolitano rileva che "le prove che noi, sistema Italia e democrazia italiana, abbiamo davanti sono ancora pesanti" e, in particolare, la disoccupazione, specie quella giovanile, "è a livelli insopportabilmente alti".Occupazione e lavoro richiamano il duro scontro sull'articolo 18, che viene bollato come "improvvido". Altro 'punto' segnato nello score del governo. Non c'è "rabbia" nella società italiana, aggiunge Napolitano, per la disoccupazione che cresce e la sicurezza del posto di lavoroche viene meno: "rabbia è una parola che non appartiene al lessico" del movimento dei lavoratori in Italia, sottolinea il presidente. Piuttosto si fa largo la "protesta" che è legittima fino al momento in cui vengono rispettate le prerogative delle Camere e delle istituzioni, governo compreso. E, allo stesso modo, la politica deve rispettare il ruolo dei sindacati che Napolitano auspica possano ritrovare l'unità, innanzitutto tra le tre sigle confederali. Solo così potranno dare il contributo alla crescita del Paese, unica via d'uscita dalla crisi. Dopo i sindacati è la volta dell'opposizione: "Non escluda la disponibilità già positivamente espressa per serie intese sulle riforme, tenga conto, con senso di responsabilità nazionale, delle sfide e dei rischi cui è esposta l'Italia, innanzitutto per la vicinanza e virulenza di fenomeni di tensione, di conflitto, di disgregazione non lontano dai nostri confini".