Alla fine, come sempre, sono i bambini a infischiarsene delle regole e ad andare al sodo. Ed è una bimba, in piazza del Quirinale per la manifestazione della Polizia di Stato 'Una vita da social', a chiedere a Giorgio Napolitano se sia contento di tornare a casa sua. Mercoledì mattina infatti sono ormai annunciate le sue dimissioni come lo stesso Napolitano ha spiegato al premier Renzi in un colloquio al Colle lunedì scorso. Il Presidente
della Repubblica, di ritorno dal commiato con la sua Guardia, i
Corazzieri, le risponde con altrettanta franchezza: "E certo
che sono contento di tornare a casa". Perchè, prosegue
Napolitano come le spiegherebbe un nonno più che l'unico Capo
dello Stato che abbia servito, sia pur in parte, per un doppio
mandato, "qui si sta bene, è tutto molto bello ma si sta
troppo chiusi, si esce poco".
Sono gli ultimi adempimenti ufficiali di Napolitano, che
coglie l'occasione dell'estemporanea presenza proprio di fronte
al Quirinale, giusto fuori dell'ingresso al Palazzo, per
rivolgere un "augurio al Paese": "Che sia unito e sereno". Un
augurio che il Presidente della Repubblica motiva legandolo
alla tragedia di Parigi. "Anche perchè - osserva infatti -
viviamo in un mondo molto difficile. Abbiamo visto nei giorni
scorsi cosa è successo in un Paese vicino e amico come la
Francia. Siamo molto incoraggiati dalla straordinaria
manifestazione di Parigi però, insomma, sempre essendo attenti
a stare in guardia e a non fare allarmismo, dobbiamo essere
molto consapevoli della necessità, pur nella libertà di
discussione politica e di dialettica parlamentare, della
necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle
questioni decisive e nei momenti più critici, la sua
fondamentale unità".
Di fatto, la concretizzazione del profilo dell'inquilino
del Colle che, negli stessi momenti, Matteo Renzi affida ai
giornalisti, nel corso della conferenza stampa a Strasburgo con
cui si chiude il semestre Ue di presidenza. "Posso dire che la
Costituzione definisce un profilo del Presidente della
Repubblica: un arbitro saggio, non un giocatore di una delle
due squadre, come in altri ordinamenti". Parole da un certo
punto di vista 'obbligatè ma comunque indicative di un metodo.
"In Italia e nel sistema tedesco o in altri ordinamenti -
ribadisce il presidente del Consiglio - è un arbitro con
rilevanti responsabilità nella vita quotidiana, e
rilevantissime - sottolinea - in alcuni momenti storici e come
tali noi dovremo individuare una personalità di grande
livello".
Sono le questioni che impegneranno la politica ormai da
domani. Per quello che riguarda Renzi e il Pd, la segreteria è
convocata domani alle 7,30. Giovedì mattina invece Renzi
incontrerà i senatori Dem, in vista dell'esame dell'Italicum e
venerdì, alle 15, si riunirà la direzione. E la minoranza
interna non depone le armi, proprio a cominciare dalla partita
sul Quirinale: "Credo che Renzi abbia il dovere di proporre il
profilo di un presidente indipendente, che parli a tutti gli
italiani, un garante delle istituzioni del paese e non del
Patto del Nazareno", dice Alfredo D'Attorre.