La puntata a Venezia con moglie e nipotini è l’ultima pausa che Mario Monti si concede prima di tuffarsi nella campagna elettorale. Già stamattina, rientrando a Roma, il premier uscente incontrerà i ministri Riccardi e Passera. Poi, a ruota, Casini, i vertici di ItaliaFutura (Montezemolo è all’estero), l’europarlamentare del Pdl Mario Mauro. E a ciascuno - prima di incontrarli collegialmente per il primo "vertice politico", ancora da fissare - lascerà un avvertimento maturato nei giorni di riflessione a Milano, e già ampiamente comunicato ieri in vorticosi contatti telefonici: «Entro 24 ore voglio una risposta sulla lista unica. Il tempo stringe, dobbiamo organizzarci sul territorio, scegliere un candidato a governatore per il Lazio (in Lombardia il montiano già c’è, è Gabriele Albertini,
ndr), trovare volontari, pianificare la comunicazione e gli appuntamenti televisivi, ormai necessari visto l’attacco cui siamo sottoposti da Berlusconi. Voglio una risposta chiara sulla prospettiva di una lista coerente nelle persone e nel programma, diversamente non affiderò a nessuno il mio nome».Il nuovo volto del premier è estremamente operativo e "concreto". Il nodo della lista unica è in cima all’ordine del giorno, ed è fonte di tensioni tra gli ex Pdl (che non accetterebbero di essere annessi da altre liste) e Udc, l’unica formazione al momento attrezzata per correre con il proprio simbolo alla Camera. Ma immediatamente dopo vengono temi non da poco. La creazione di una cabina di regia per gestire la campagna elettorale, composta - queste le prime indicazioni di Monti - da Casini, Montezemolo e Calenda, Passera, Riccardi, Mario Mauro, Pietro Ichino, i fidatissimi Federico Toniato e Betti Olivi. Il presidente del Consiglio uscente, inoltre, osservando la superpresenza di Berlusconi in televisione, e indispettito dalle offese rivoltegli, si è ormai convinto che tocchi a lui massimizzare il tempo sino al 10 gennaio, quando scatterà la par condicio. E il suo staff è già al lavoro per recuperare le occasioni perdute nei <+corsivo>talk show<+tondo> e nei contenitori "nazionalpopolari". Inoltre, ai singoli candidati e alle realtà che appoggiano l’agenda (partiti e organizzazioni) lo staff del premier sta chiedendo di iniziare subito l’attività sul territorio, con sedi e materiale informativo.Tra le mosse del professore, c’è anche un tentativo di aggancio con i giovani amministratori del Pdl. Domani persone dello staff di Palazzo Chigi incontreranno Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, leader dei "formattatori" (i rottamatori del centrodestra) e soprattutto candidato alle primarie poi annullate dal Pdl. Ma altri varcheranno il portone di Palazzo Chigi oggi e nei prossimi giorni: leader di associazioni nazionali e locali, Oscar Giannino e - è l’auspicio di Monti - diversi democratici delusi dalle primarie.Monti, insomma, pur consapevole che non si può più indugiare, continua a tenere le porte aperte a tutti i riformisti e a chiedere la "golden share" sulle liste e sui candidati. Casini ci sta, ma con toni non polemici mette in guardia: «Siamo al lavoro per un’area di responsabilità nazionale. Ci sarà spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell’impegno della società civile. Ma non dovrà esserci spazio per opportunisti dell’ultima ora». Il progetto definitivo dovrebbe comunque essere pronto e impacchettato prima dell’Epifania. Con nome e simbolo che richiamano ampiamente l’agenda-Monti, come conferma Pietro Ichino, in questi giorni "voce" del premier: «Il suo nome sulla lista? Si, ma sarà un’indicazione per l’agenda. Lui non vuole un’eccessiva personalizzazione».