I calchi delle tre Pietà di Michelangelo in mostra a Palazzo Reale aiutano a comprendere l'evoluzione artistica di un genio - Ufficio stampa Comune di Milano
La Pietà Rondanini è tornata al centro delle cronache, dalla polemica di Vittorio Sgarbi sulla sua collocazione ai festeggiamenti in programma a Milano per i sui 70 anni dall'arrivo in città.
L'ultimo capolavoro di Michelangelo, visibile dal 2015 negli spazi dell’ex Ospedale spagnolo del Castello Sforzesco, è da tempo nel mirino di Vittorio Sgarbi. Dal giorno della sua nomina a sottosegretario al ministero della Cultura,ha detto che vuole riportare la Pietà nel suo allestimento originario nella sala degli Scarlioni, sempre al Castello. Domenica sera a "Che tempo che fa" su Rai Tre ha però abbassato i toni, ribadendo che la sua è una posizione di principio: «anche se non ce la dovessi fare, non si può smontare quel progetto degli stessi architetti della Torre Velasca».
Il neo sottosegretario alla Cultura deve avere accettato il fatto che l’opera è di proprietà comunale. Fu infatti grazie a una sottoscrizione pubblica che nel 1952 fu possibile acquistarla e portarla a Milano, e come gli ha già ricordato il sindaco Giuseppe Sala: spetta quindi all’amministrazione decidere come e dove collocarla.
Claudio Salsi, soprintendente del Castello Sforzesco, ricorda invece come il precedente allestimento aveva messo la scultura - alta quasi due metri - in posizione precaria, squilibrata, con il baricentro spostato in avanti, mentre ora è al sicuro in una base antisismica. E dal 2015 a oggi è stata ammirata da circa due milioni di visitatori, divenendo l’attrazione principale del castello.
E proprio questo giovedì 17 novembre sarà un annniversario importante per il capolavoro: esattamente 70 anni fa, era il 1952, la Pietà, appena giunta da Roma, veniva mostrata al pubblico milanese. Per festeggiare la ricorrenza, i musei del Castello Sforzesco offrono tre visite guidate speciali a cura dei conservatori Giovanna Mori, Francesca Tasso e Luca Tosi, giovedì alle ore 11, alle 13 e alle 15 (prenotazione obbligatoria alla mail: c.educastello@comune.milano.it entro le ore 13 di domani 16 novembre).
Questo capolavoro, rimasto incompiuto alla morte di Michelangelo nel 1564, fu acquistato dal Comune grazie a una sottoscrizione pubblica di ben 135 milioni di lire: merito dell’allora sindaco, Virgilio Ferrari, del conservatore del museo, Costantino Baroni, e della soprintendente di Brera, Fernanda Wittgens (che l’avrebbe voluta però nel suo museo), che convinsero gli eredi della famiglia Rondanini, i Vimercati-Sanseverino.
La scultura fu esposta nei primi sei mesi nella Cappella Ducale per venire poi trasferita nella sala degli Scarlioni nell’allestimento firmato dagli architetti dello studio Bper, fino all’ultimo spostamento di sette anni fa.
Alla sala delle Cariatidi di Palazzo Reale intanto è in corso fino all’8 gennaio la mostra "Le Pietà di Michelangelo". Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi, a ingresso gratuito. Grazie all’allestimento “teatrale” di Massimo Chimenti, si può ora apprezzare l’evoluzione dell’arte michelangiolesca confrontando i tre calchi moderni di altrettante Pietà: la giovanile Pietà Vaticana da San Pietro, la Bandini dal museo dell’Opera del Duomo di Firenze e la Rondanini del Castello. Dalla prima di inizio ‘500, all’ultima di oltre 60 anni dopo, tre esempi del genio toscano sempre in ricerca: dal grandioso classicismo giovanile al non finito dei suoi ultimi giorni.