Piazza Duomo gremita: la Questura valuta in 30mila i tifosi che si sono riversati in centro - Reuters
Non è servito l'appello dell'Inter a "festeggiare in sicurezza e responsabilmente": al fischio finale di Sassuolo-Atalanta, domenica pomeriggio 30mila tifosi nerazzurri si sono riversati nel centro di Milano, riempiendo piazza Duomo prima e Largo Cairoli poi, per celebrare lo scudetto. Un maxi assembramento, in palese violazione della normativa anti Covid, nonché del senso di responsabilità. E questo mentre nelle scuole superiori milanesi si va in presenza al 70% e si discute ancora sul riempimento (al 50%) dei mezzi di trasporto pubblico.
Gli assembramenti sono cominciati alle 17 in Duomo, e sono andati avanti fino almeno alle 22, orario del coprifuoco. Tra fumogeni e cori, le mascherine (quando c'erano) quasi sempre abbassate. Un centinaio di persone è anche salito sul monumento a Vittorio Emanuele II, al centro della piazza; la Curva Nord che si è ritrovata davanti al Castello Sforzesco, in Largo Cairoli, con tanto di fuochi d'artificio.
"Assolutamente non possiamo permetterci queste immagini, vanno evitati gli assembramenti anche se la gioia si può comprendere. Ma deve prevalere il senso di responsabilità e rispettare i 121mila morti che abbiamo avuto in Italia" ha commentato stamani a Sky Tg24 Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts. "Tutte le occasioni di assembramento vanno assolutamente evitate - ha aggiunto - ivi compresi i festeggiamenti dei tifosi della squadra di calcio che ha vinto il campionato".
Tifosi interisti in Largo Cairoli davanti al Castello sforzesco - Fotogramma
Il prefetto: chiudere piazza Duomo sarebbe stato pericoloso
Nel pomeriggio è intervenuto con una nota il prefetto di Milano, Renato Saccone, motivando la mancata chiusura di piazza Duomo con ragioni di sicurezza: "Quando il popolo dei tifosi, in modo assolutamente spontaneo e non organizzato, scende in strada per festeggiare lo scudetto atteso da anni, bisogna necessariamente coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell'ordine pubblico e con la tutela della incolumità delle persone. Abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo".
Lo sconcerto di Confcommercio e Agis
Non hanno gradito i commercianti, che hanno appena riaperto locali e negozi osservando regole stringenti. "La gioia dei tifosi interisti è più che comprensibile, lo dico da tifoso (seppur di un'altra squadra). Mi chiedo però perché a Milano, in Darsena o in Brera, sia necessario transennare le vie per evitare assembramenti e veicolare i flussi di persone e in piazza del Duomo possano riversarsi in migliaia in modo incontrollato", ha scritto su Facebook Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano.
"Voglio sperare e mi auguro che quanto accaduto ieri rimanga un fatto isolato, e che possa essere da monito per il futuro" commenta Carlo Fontana, presidente dell'Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo). "Non vorrei al contrario che passasse il segnale che in questo Paese, per usare un termine non a caso calcistico, esistano categorie di Serie A, di Serie B e così a scendere. Sarebbe un fatto gravissimo ed intollerabile".
Sui social: "Tante regole per mangiare una pizza e poi..."
Sui social è esplosa la polemica, in particolare nei confronti del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, nonostante sia tifoso dell'Inter, non ha commentato lo scudetto, mentre le forze dell'ordine sono intervenute solo per "preservare il sagrato e la Galleria, i cui accessi sono stati chiusi", come ha spiegato la Questura, che ha quantificato in 30mila i tifosi scesi in piazza.
"Sindaco, perché i tifosi dell'Inter possono fare questo casino, e noi comuni mortali dobbiamo rispettare le regole anche per andare a mangiare una pizza?", è uno dei tanti commenti che si legge sulla pagina Facebook del primo cittadino milanese. "Attendiamo un Suo comunicato sui maxi assembramenti a Milano in Duomo per lo scudetto - scrive un altro - Che senso ha il coprifuoco e le limitazioni alle libertà costituzionali fondamentali per i cittadini per poi permettere un maxi assembramento di persone molte delle quali senza mascherine né distanziamento?".
"Ma le forze dell'ordine dove sono? Milano è una bolgia in questo momento! Non siete stati in grado di gestire gli assembramenti al Duomo e a Piazza Castello! Una mancanza di rispetto per tutte quelle attività chiuse mesi e mesi! Vergogna!", scrive un altro milanese, mentre una cittadina ricorda che "dopo un anno chiusi in casa un anno di sacrifici, scuole chiuse, negozi chiusi, non ho potuto salutare mio padre per l'ultima volta, adesso per il calcio 30k persone assembrate.. sono furiosa, allora è stata tutta una presa in giro?!?! Il sindaco dov'è? Il prefetto?!?vergogna! È un insulto ai nostri sacrifici".
"Gentile sindaco. Esattamente che scusa avrebbe per giustificare l'assembramento di oggi? In un paese civile un politico al posto suo si sarebbe già dimesso. Questa incompetenza è ingiustificata e ingiustificabile. Mi raccomando il silenzio istituzionale sulle folle in piazza Duomo. Complimenti. Poi però lo stesso silenzio per la darsena, le colonne ecc".
Ed è anche polemica politica
"Era probabile che eventi del genere si potessero verificare. L'importante è che non si verifichino più. Bisogna chiedere alle persone il
rispetto delle misure di sicurezza. Mi auguro e spero che non aumentino i contagi, ma questo lo potremo dire tra due settimane". Così ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della visita al nuovo centro vaccinale della Multimedica, allo Spazio Mil di Sesto San Giovanni.
"Inaccettabili", è la definizione data da Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, per i tifosi assembrati in Duomo.
"Si tratta di un evento annunciato e prevedibile da giorni, eppure l'unico a essere colto di sorpresa è il sindaco Sala che non ha previsto misure per contrastare gli assembramenti", le parole in una nota di Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato.