Quattordici cadaveri di migranti sono stati ritrovati sulla spiaggia di Zawia in Libia. Lo segnala la portavoce dell'Oim Safa Msehli su Twitter, 3 luglio 2021 - ANSA/profilo Twitter Safa Msehli
Continua la strage di migranti nel Mediterraneo: almeno 43 persone, che tentavano di arrivare in Italia, sono annegate al largo della Tunisia nel naufragio dell'imbarcazione di fortuna su cui erano partiti dalla città libica di Zuwara. A bordo, ha riferito Mongi Slim, direttore dell'ufficio locale della Mezzaluna Rossa tunisina, c'erano 127 migranti provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh; in 84 sono stati tratti in salvo, portati a terra sull'isola di Djerba e soccorsi, sono stati posti in quarantena dalle autorità locali; verranno poi mandati in uno dei cinque e già sovraffollati centri di accoglienza per migranti.
Secondo l'organizzazione umanitaria, l'imbarcazione era stata noleggiata dalle mafie transnazionali dedite al traffico di esseri umani: era partita all'alba da Zuwara, vicino al confine con la Tunisia, con destinazione Lampedusa, ma è andata alla deriva a causa di forti venti, onde e correnti. A causa del sovraccarico e delle avverse condizioni meteorologiche, la barca - già in condizioni precarie - è poi affondata. Si tratta del naufragio più grave avvenuto quest'anno al largo delle coste tunisine, dopo che altre 41 persone, tra cui una dozzina di donne e un bambino, sono annegate lo scorso 17 aprile.
Per le organizzazioni umanitarie, che avevano avvertito dell'alto rischio di naufragi per via delle cattive condizioni meteorologiche di questi giorni, quella al largo della Tunisia è stata l'ennesima tragedia annunciata. Intanto, i corpi di altri 14 migranti sono stati ritrovati su una spiaggia vicino a Zawia, città Libia al confine con la Tunisia e punto di partenza molto usato nelle rotte dell'immigrazione illegale dal Nord dell'Africa verso l'Europa. In un comunicato diffuso attraverso i social, la portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia, Safa Msehli, ha spiegato che tra i corpi riportati a terra dalle onde, ci sono quelli di una donna e un bambino. "Un triste monito per ricordare che molte persone annegano nel Mediterraneo in naufragi invisibili, in assenza di un'efficace e responsabile ricerca e soccorso di Stato", ha denunciato Msehli.
Secondo un recente studio dell'Ong Tunisian Forum for Economic and Social Rights, circa 2.800 migranti - di cui 322 minori non accompagnati - sono riusciti a raggiungere le coste italiane dalla Tunisia durante i primi cinque mesi dell'anno, mentre 215 hanno perso la vita nel viaggio. Secondo le statistiche dell'Oim, quest'anno nel Mediterraneo sono annegate circa 700 persone.
La portavoce da Ginevra dell'Organizzazione Onu per i migranti (Oim), Safa Msehli, in un breve messaggio ha fatto notare che i leader della ue già nel 2013 avevano detto "Mai più morti in mare". E lo ricorda mettendo in relazione "la notizia che la nave di ricerca e salvataggio di @MSF_Sea è bloccata in un porto italiano" con il naufragio al largo della Tunisia che ha provocato 43 morti e con il ritrovamento dei cadaveri sulle spiagge libiche.
Si intitola "Cimitero Mediterraneo" l'articolo con cui l'Osservatore Romano apre la prima pagina nell'edizione di questo pomeriggio, riferendo del nuovo naufragio con 43 migranti annegati al largo della Tunisia. "Le tragedie nel Mediterraneo, ormai, non si contano più - sottolinea -, tanto che Papa Francesco, all'Angelus del 13 giugno, aveva definito il Mediterraneo 'il cimitero più grande dell'Europa'". "Il barcone avvistato dall'organizzazione umanitaria era partito dalla costa nordoccidentale libica, da Zuwara - ricorda ancora il quotidiano della Santa Sede -. Era stipato all'inverosimile e aveva preso il largo al migliorare delle condizioni meteo. I soccorritori parlano di donne, ragazzi, bambini spariti fra le onde, sepolti in fondo al mare".