Medici senza Frontiere / Twitter
Un'altra nave umanitaria sottoposta a fermo amministrativo dalle autorità italiane. Si tratta della tredicesima volta in 3 anni che si ripete questa prassi a danno delle navi umanitarie.
Al termine di una ispezione durata circa dodici ore, è stato disposto lo stop della "Geo Barents", la nave della Ong Medici senza frontiere.
Il provvedimento è scattato dopo le verifiche della Guardia costiera ad Augusta, dove la Geo Barents si trovava dal 17 giugno, quando era approdata con 410 migranti, tra cui 91 minori non accompagnati, soccorsi in diversi interventi nel Mediterraneo centrale.
BREAKING: Ieri #GeoBarents è stata sottoposta a 14 ore di ispezione da parte delle autorità italiane. Sono state identificate 22 inadempienze e la nave è ora bloccata nel porto di Augusta.È la 13esima volta che le autorità italiane bloccano una nave umanitaria negli ultimi 3 anni pic.twitter.com/Y6MbF57ltz
Dopo un'ispezione durata 14 ore da parte delle autorità italiane la nave Geo Barents di Medici senza frontiere - che nei giorni scorsi aveva soccorso 410 migranti al largo della Libia - è stata bloccata nel porto di Augusta "sulla base di deficienze riscontrate". così ha comunicato la stessa Ong su Twitter
Nei primi sei mesi dell'anno, ricorda Msf, "721 persone hanno perso la vita in mare. Faremo tutto il possibile per tornare nel Mediterraneo a salvare vite".
Secondo il comunicato della Guardia costiera: "gli ispettori, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto la nave “GEO BARENTS” – di bandiera norvegese – a un’ispezione volta a verificare l’adeguatezza della stessa rispetto alle vigenti norme in materia di sicurezza della navigazione, composizione e certificazione dell’equipaggio, tutela ambientale e condizioni di vita e di lavoro a bordo". Allo scopo "di garantire che le navi siano adeguatamente equipaggiate e certificate per prevenire il verificarsi di incidenti in mare".
E ancora si legge nel comunicato che "l’ispezione ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica, tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi, ma anche delle stesse persone che sono state e che potrebbero, in futuro, essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto". In particolare, "considerata l’attività di ricerca e soccorso che la nave svolge sistematicamente, l’ispezione ha fatto emergere che i mezzi di salvataggio presenti a bordo (zattere, cinture di salvataggio), certificati dallo Stato di bandiera, sono sufficienti per un numero massimo di 83 persone a fronte delle 410 sbarcate nel porto di Augusta". Pertanto, secondo gli ufficiali della Guardia costiera, "in caso di emergenza a bordo della nave, che comporti l’evacuazione della stessa, l’equipaggio non sarebbe in grado – anche da un punto di vista dell’organizzazione di bordo - di garantire che le persone ospitate possano essere avviate ai mezzi di salvataggio né ovviamente trovare posto sufficiente sugli stessi".
"In aggiunta, sono state accertate carenze sulla composizione e certificazione dell’equipaggio, sulle istruzioni al Comandante per garantire la stabilità della nave, per un totale di 22 carenze di cui 10 che, per la loro gravità, hanno determinato il fermo della nave".