giovedì 10 ottobre 2024
Giovedì a Londra il presidente ucraino ha visto il premier Starmer e il capo della Nato Rutte. Poi a Parigi anche Macron. Venerdì da Papa Francesco, poi a Berlino
Missione lampo di Zelensky in Europa. L'incontro con Meloni: cosa chiede Kiev

Ansa

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Una missione lampo per assicurare all’Ucraina il sostegno militare necessario a ribaltare gli equilibri del conflitto con la Russia. Londra, Parigi e Roma, due premier, un presidente e il nuovo capo della Nato. In una sola giornata Volodymyr Zelensky prova a tessere la tela per portare a casa l’assenso dei big europei al «piano per la vittoria». È così che lo definisce uscendo da Downing Street dopo l’incontro con Keir Starmer di questa mattina, nella convinzione che sia l’unica possibilità per «creare le condizioni per una giusta fine della guerra». A Londra il presidente ucraino vede anche il numero uno dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte. Poi tocca a Emmanuel Macron e anche l'Eliseo conferma la volontà di «riaffermare la determinazione della Francia a continuare a fornire, a lungo termine e con tutti i suoi partner, un sostegno incrollabile all'Ucraina e al popolo ucraino».
Stasera invece sarà il turno di Giorgia Meloni, durante la cena in programma a Villa Doria Pamphili (sempre a Roma Zelensky vedrà venerdì papa Francesco, prima di partire per Berlino e incontrare anche il cancelliere Olaf Scholz). Un passaggio delicato con chi rappresenta il Paese meno incline a concedere flessibilità militare a Kiev. Il voto di metà settembre sull’uso delle armi occidentali sul suolo russo lo dimostra. Ma non c’è solo questo. Zelensky sa bene che la simpatia per la causa ucraina nella popolazione italiana è ai minimi storici. E anche tra gli alleati di governo il sentimento è assai diffuso. Il malcelato filoputinismo di Matteo Salvini è noto. Ma persino il moderato Antonio Tajani è stato perentorio nell’affermare che «non siamo in guerra con la Russia».

Ciò detto, l’Italia ha già approvato l’invio di otto pacchetti di armamenti da spedire a Kiev e continuerà a fornire i Samp-T richiesti da Zelensky. Il sistema di difesa antiaerea di cui l’esercito ucraino ha un disperato bisogno e che, tutto sommato, consente al governo italiano di continuare a parlare di aiuto militare difensivo, placando i malumori interni alla maggioranza. Fino a quando non è possibile dirlo. La posizione della Nato, di cui l’Italia è membro non marginale, è chiara e le parole di questa mattina di Rutte non lasciano troppo spazio all’immaginazione: «In un mondo insicuro, dobbiamo testare la nostra difesa e la nostra forza, così che i nostri avversari sappiano che la Nato è pronta e capace di rispondere a ogni minaccia». Quanto la premier sia disposta a recepire il messaggio lo si potrà capire già da stasera.

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