Meloni con il presidente del Mozambico - Ansa
Un approccio nuovo. Giorgia Meloni ripete due parole per spiegare la svolta che chiede all'Europa nei rapporti con il continente africano. «Un approccio che non sia predatorio e paternalistico, che non parta da un'idea di un'Africa che va aiutata con la carità ma che invece va sostenuta con le ricchezze che ha e possa vivere di sviluppo e di benessere, grazie a quelle ricchezze, con l'aiuto di nazioni che investono e costruiscono rapporti di lungo periodo». La visita lampo (dovevano essere due giorni ma la guerra in Israele ha spinto la premier a ridurre a una sola giornata) di Meloni in Mozambico è costruita attorno a due obiettivi diversificazione delle fonti energetiche e piano Mattei per l'Africa. C'è voglia di costruire un rapporto con l'Africa. E di spingere l'Europa su una linea italiana. Si parte dai progetti. E l'energia (con Meloni c'è l’ad di Eni, Claudio Descalzi) è in primo piano. «Il Mozambico - spiega la premier - ha enormi potenzialità di crescita, un ruolo geo-strategico molto importante nell'area, e i rapporti economici e commerciali sono molto solidi: le aziende italiane che lavorano qui mettono a disposizione tutto il loro know-how tecnologico e di concretezza. Il fiore all'occhiello è quello del settore energetico, grazie alla presenza dell'Eni... Siamo d'accordo nel ritenere che i giacimenti scoperti al largo del Mozambico sono una grandissima opportunità per questo Paese... Dobbiamo uscire da una forma di cooperazione in passato troppo paternalistica, caritatevole: non è questo che serve per costruire rapporti solidi e duraturi, ma trovare investimenti di lungo periodo che diano un beneficio a tutti gli attori e oggi l'energia è uno di questi fattori. L'Europa ha un problema di approvvigionamento energetico e l'Africa è potenzialmente un grande produttore: le due cose, se messe insieme, possono costituire un grande opportunità di sviluppo». Non c'è poi solo l'energia e Meloni lo dice con chiarezza. C'è l'agricoltura e ci sono le infrastrutture. «... Ambiti dove possiamo sperimentare nella nostra collaborazione, in vista anche del progetto strategico che presenteremo nella Conferenza Italia-Africa che abbiamo dovuto rimandare». Meloni crede nell'Africa e crede nel patto Italia-Africa. È la seconda missione della premier italiana nell'Africa subsahariana, dopo quella in Etiopia ad aprile, era in programma da mesi ma ora, con il conflitto tra Hamas e Israele che incendia e agita tutto il Medio Oriente, storicamente ricco di materie prime, la visita appare ancora più focalizzata attorno al nodo dell'energia. Stamattina Meloni ha incontrato il presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Nyusi. Poi sarà al porto di Maputo dove visiterà il cacciatorpediniere Durand de la Penne della Marina militare italiana, insieme al ministro della Difesa del Mozambico Cristovao Artur Chume. Poi lascerà Maputo per il Congo dove a Brazzaville, attorno alle 18 si svolgerà l'incontro fra Meloni e il presidente della Repubblica del Congo Denis Sassou Nguesso, a cui parteciperà anche il primo ministro Anatole Collinet Makosso. «Sono molto contenta di essere qui, tenevo a essere qui anche nella delicata situazione internazionale, ho voluto garantire questa visita. Abbiamo dovuto restringere un po' i tempi ma è una ulteriore testimonianza dei rapporti solidi che Italia e Mozambico intrattengono da molti anni e sono stati testimoniati anche dalla visita del presidente della Repubblica Mattarella e del ministro degli Esteri Tajani», ha detto Meloni, nell'incontro con il presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Nyusi. «Siamo due nazioni amiche che hanno imparato a lavorare insieme, si sono accompagnate nei momenti difficili come accaduto qui durante la guerra di indipendenza, nella lotta al terrorismo, e come accade anche nel tentativo di rafforzare ulteriormente il nostro partenariato strategico che credo sia di estrema importanza. Ed è di estrema importanza, particolarmente in questa stagione storica». Poi una promessa: «Il piano Mattei per l'Africa sarà sostenuto dal fondo clima. Il 70 per cento del fondo clima sarà destinato all'Africa; parliamo di circa tre miliardi di euro».