Ansa
Sul Patto di stabilità non si esclude nulla, anche il veto, perché va fatto ciò che è meglio per l’Italia, sulla politica estera – Pnrr e Piano Mattei – c’è una strategia e il dialogo si fa con tutti, perché non ci sono Paesi di serie A e di serie B, per la sanità i fondi sono i più alti mai avuti e soprattutto da Palazzo Madama la premier Giorgia Meloni spiega la frase pronunciata ieri a Montecitorio sulla politica estera del farsi foro senza portare risultati che è stata letta come un attacco a Mario Draghi. «Quello che dicevo ieri sulla foto, è lungi da essere un attacco a Mario Draghi, tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull'Ucraina, di quella maggioranza che tutti ricordano – la precisazione nella replica alle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 14 e 15 dicembre della presidente del Consiglio - Quello che cercavo di spiegare è che, proprio perché ho rispetto di quella fermezza, non si risolve il suo lavoro fatto nella foto sul treno con Francia e Germania». Sempre rispetto alla politica estera dell’Italia, infine, la premier sconfessa la teoria per cui questo governo stia rifornendo di armi Israele. «Noi non stiamo trasferendo armi a Israele – tuona - Oppure vi riferite alle armi che il governo Conte ha venduto ad Israele, visto che il governo Conte è stato quello che ha venduto più armi di tutti a Israele».
Pnrr
Innanzitutto, la responsabile del governo difende il suo operato sul Pnrr e sottolinea che su questo fronte come nella politica estera in generale c’è «una strategia, capisco che possa essere una novità, ma abbiamo una strategia». Sul lavoro fatto Meloni è fiera, «un lavoro che abbiamo fatto nonostante il tema di una possibile revisione del Piano per adeguarlo a un contesto mutato, risolvendo alcune criticità che c'erano nei Piani adottati dai precedenti governi nonostante venisse considerata un'ipotesi impossibile o derubricata a una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del Pnrr, ci avrebbe portato l'Italia fuori dall'Europa in un racconto distorto e distruttivo che non fa stato del ruolo dell'Italia, di quello che possiamo ottenere con un po' di pragmatismo e buonsenso».
Sanità
I risultati di questo lavoro, nonostante chi abbia remato contro, vengono sottolineat uno ad uno facendo in particolare riferimento al fondo sanità oggi al massimo delle risorse mai avute. «Abbiamo liberato 10 miliardi di euro» per il settore energetico e «altri 5 miliardi per le infrastrutture», ha spiegato, aggiungendo che «abbiamo liberato risorse sul diritto allo studio, sull’Emilia-Romagna, abbiamo dato ancora più finanziamenti sulla sanità. Con un piccolo escamotage tecnico arriva il fondo sanitario al massimo di risorse mai avute nel fondo».
Europa
Sul patto di stabilità «vediamo qualche spiraglio», si sta portando avanti «una trattativa complessa. Noi rivendichiamo che la revisione del patto di stabilità e crescita tenga conto di una strategia che l'Europa si è data», sottolinea ancora la premier, riconoscendo il valore di questi investimenti che serve all'Europa intera, «altrimenti si fanno cose miopi. La posizione dell'Italia è di buonsenso e pragmatica. Siamo ancora lontani dalla soluzione ma siamo soddisfatti dell'ultima bozza. Le posizioni dei Paesi sono comunque distanti, dobbiamo fare una sintesi e poi una valutazione su quello che fa bene all'Italia». Il dialogo in Europa si fa con tutti, la precisazione successiva, perché non ci sono Stati di serie A e si serie B. L'eventualità di un veto? «Non escludo nessuna delle scelte, se non si trova un accordo noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso per far ragionare i miei omologhi. Quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi, ma ad una strategia», conclude.
Politica interna
La presidente del Consiglio non perde poi occasione per attaccare anche l’opposizione. «Durante gli anni di governo del centrosinistra il Pil crollava ora con noi il Pil va meglio», ricorda, spiegando che «la propaganda poi si scontra con la realtà». Poi, riferendosi in particolare alla politica migratoria, Meloni aggiunge che «si cerca di fare tutto il possibile per smontare il lavoro faticoso» fatto dal governo sul fronte dei migranti, «mi ha colpito la reazione del Pd». In particolare, sull'accordo con l'Albania, che «non viola il diritto internazionale», prosegue, «io sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato l'espulsione di Rama dal partito socialista europeo per aver osato di aiutare l'Italia. Questo la dice lunga sul punto di vista che si ha sull'anteporre gli interessi di partito a quelli della nazione. Io credo che gli interessi della nazione vadano anteposti a quelli di partito, non è quello che ho sempre visto a sinistra».
In più attacca ancora M5s, dopo la stoccata al governo Conte sulla vendita di armi, su uno dei loro cavalli di battaglia, il Superbonus. «Qualcuno prima o poi dovrà fare i conti con la propria coscienza – dice - È stato il più grande regalo fatto a truffatori e organizzazioni criminali, ha lasciato le aziende e le famiglie perbene in un mare di guai. Più del 30% delle decine di miliardi di euro spesi per il superbonus sono finiti a banche e intermediari finanziari».