La premier Meloni al G20 di Rio de Janeiro - Ansa
Mentre il fuoco della sconfitta in Umbria ed Emilia Romagna cova sotto la cenere, Giorgia Meloni, dal G20 di Rio de Janeiro, ha già impostato la strategia che vorrebbe fosse fatta propria anche dagli alleati: “normalizzare” la sconfitta. Il primo segno già alla chiusura delle urne, con i messaggi di auguri e le promesse di leale collaborazione ai vincitori Proietti e De Pascale. Oggi, giornata finale vertice brasiliano, la premier è tornata sull’ultima tornata elettorale, sebbene mettendola all’ultimo punto di un veloce punto stampa all’esterno del suo albergo: «I cittadini hanno sempre ragione – dice la premier -. Sono ovviamente dispiaciuta in particolare per la non conferma del governo in Umbria. Ma come ho già detto voglio fare un “in bocca al lupo” e auguri di buon lavoro ai due presidenti eletti, e ringraziare Elena Ugolini e Donatella Tesei per il lavoro che hanno fatto». Quanto alle tensioni tra alleati – in Sardegna fu la Lega a rinfacciare a FdI la scelta del candidato, stavolta sarebbero i meloniani indispettiti per la fermezza con cui il Carroccio ha voluto la ricandidatura in Umbria di Tesei -, Meloni porta la calma anche tra i suoi: «Ho letto ricostruzioni surreali sul mio giudizio relativo a Donatella Tesei, che ha lavorato bene e dunque rivendico la sua candidatura».
Insomma, non drammatizzare. Questa la linea. Quanto alle sconfitte, «ne prendiamo atto e faremo le nostre valutazioni. Dobbiamo accettare e ascoltare i cittadini che però in questi due anni hanno premiato il centrodestra alle politiche, il centrodestra alle Europee e il centrodestra in 11 delle 14 elezioni regionali. Quindi sono ancora molto ottimista sul nostro consenso…», dice riferendosi implicitamente anche al calo di voti proprio di Fratelli d’Italia, che resta largamente il primo partito della coalizione. Infine il punto che forse apre a una riflessione sulle prossime tappe, in particolare Veneto, Campania e Puglia: «Bisogna interrogarsi anche su cosa non abbia funzionato, ma penso che ogni tanto non vincere sempre possa aiutare a tenere i piedi per terra».
LA DIFESA DI DELMASTRO, LA CORREZIONE A META' SU VALDITARA, L'IRONIA SULLE INGERENZE DI MUSK
Interni ed esteri si accavallano, in un punto stampa di appena 15 minuti. Dall’Italia giunge anche la polemica sulle parole del ministro Valditara su immigrazione e violenza sulle donne. Meloni gira al largo ma in sostanza non critica pubblicamente il ministro leghista dell’Istruzione, anzi tende a “giustificarlo”. La premier rimarca l’«incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa» sul fenomeno, ma per aggiustare il tiro ammette che la questione è più ampia, «ci sono anche delle ragioni culturali, aumenta la violenza proprio mentre le donne acquisiscono più spazio», e quindi l’azione del governo è «a 360 gradi».
Molto più decisa la “difesa” del sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove sui detenuti che lo Stato non fa «respirare» dietro i vetri oscuri dei mezzi della Penitenziaria. La premier è gelida: «Delmastro gode nel vedere non respirare la mafia, questo ha detto, se questo vi scandalizza ne prendo atto». La difesa della premier si fonda sul contesto in cui il sottosegretario ha pronunciato la frase.
C’è modo anche per tornare sul caso-Musk, sulle parole del magnate e ormai membro del futuro governo Usa contro i giudici italiani. Meloni sta con Mattarella “ma anche” con il suo amico imprenditore. «Le parole del presidente della Repubblica sono state importanti – dice la premier a proposito della difesa della sovranità nazionale a opera del Colle -. Sono sempre contenta quando si difende la sovranità nazionale. Mi fa sorridere la sinistra che si straccia le vesti dopo essere andata a Scholz di dire chi votare in Italia e a chiedere all’Ue di aprire una procedura d’infrazione contro il Paese. Tra le tante imprese che Elon Musk ha portato a casa c’è anche quella di aver costretto la sinistra a rivendicare la sovranità nazionale, è più difficile che andare su Marte».