«I sanitari lo sono ancor di più perché sottopagati, denunciati, e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione». Cosi denunciano Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing Up.
Si stima che circa 1,2 milioni le prestazioni sanitarie potrebbero saltare oggi (20 novembre) per lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti, infermieri e altre professioni sanitarie. I tre sindacati, i più riconosciuti nella categoria, sono scesi in piazza Santi Apostoli a Roma per protestare contro la manovra. L'adesione si attesta all'85%.
In parole povere, oggi chi andrà in ospedale o in un ambulatorio rischierà di tornare a casa a mani vuote «A rischio – dicono le sigle sindacali – sono tutti i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche». Chiaramente tutte le operazioni chirurgiche e le visite d’urgenza sono garantite. Così come tutte le prestazioni erogate dai Pronto soccorso del Paese, che sono regolarmente operativi.
Le ragioni dello sciopero
I principali motivi della protesta, sottolineano le associazioni sindacali, riguardano i contratti di lavoro, compresi quelli del settore privato. I sindacati accusano il governo Meloni di aver assegnato «risorse assolutamente insufficienti». I fondi, anche se più consistenti rispetto agli scorsi anni, sono considerati bassi dai camici bianchi, soprattutto considerando che i costi lieviteranno naturalmente per l’inflazione in futuro. Sul tema il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, promette che gli aumenti sono in lineaal tasso d’inflazione Ue.
Tra le questioni che i sanitari reclamano c’è la mancata detassazione di una parte della retribuzione, la non attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell'atto medico e sanitario e i mancati aumenti per l’indennità di specificità infermieristica.
Oltre ai temi economici, il mondo della sanità scenderà in piazza anche per protestare contro l'assenza di risorse per l'immediata assunzione di personale e la mancata attivazione di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali.
Proprio su quest’ultimo punto i sindacati avevano già protestato dopo l’aumento delle aggressioni nelle strutture italiane. Emblematico il caso dello scorso settembre al Policlinico Riuniti di Foggia, quando alcuni parenti organizzarono una vera e propria “spedizione punitiva” nei confronti di alcuni operatori sanitari dopo la morte di una 22enne. Per dare dei numeri, si conta che nel 2023 le aggressioni ai danni di personale sanitario siano state 2.807, quasi 8 al giorno.
E anche la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) annuncia che oggi sarà presente a Roma alla manifestazione, «per esprimere sostegno e solidarietà». Lo sciopero, osserva in una nota Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, «è il frutto dell'esasperazione dei medici, che chiedono da almeno 3 anni un’attenzione nei confronti delle professioni sanitarie». Già nel 2021, argomenta, «abbiamo posto il tema alla politica. Era il tempo del Pnrr, che aveva investito 15 miliardi sulle strutture e infrastrutture; ma non c’era stata la stessa attenzione verso i professionisti, che pure, con il loro impegno e i loro sacrifici, avevano traghettato il Paese fuori dalla pandemia».
La manovra
Dall’altra parte della medaglia, il governo ha aumentato, per la prossima manovra di bilancio, di circa 2,5 miliardi il Fondo sanitario nazionale, di cui 1,3 provenienti dallo stanziamento di un anno fa. L’importo totale per il 2025, quindi, arriverà a 136,5 miliardi di euro. Per le prossime manovre si prevede un aumento di 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780 per il 2027, 6.663 per il 2028, 7.725 per il 2029 e 8.898 milioni per il 2030.
«Lo sciopero è sicuramente un'espressione democratica, ma non capisco perché non sia stata esercitata negli anni passati, quando venivano effettuati i tagli alla sanità – commenta il sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato –. Ma è giusto così. La protesta dei camici bianchi servirà per migliorare le performance del governo Meloni e per stimolarci a lavorare sempre meglio. Registriamo il fatto che i punti alla base dello sciopero sono attenzionati in questa legge di Bilancio, lo saranno nella prossima». Continua: «Tra questi c’è la defiscalizzazione delle prestazioni, aumento del personale, incremento del Fondo sanitario nazionale». Fatto sta che i sindacati considerano il testo della manovra «deludente».