martedì 19 marzo 2024
La premier nelle comunicazioni in Senato - assente il vicepremier Salvini - tocca anche il tema del Medio Oriente dove occorre assicurare la consegna degli aiuti. «Hamas usa civili come scudi»
Meloni: «Le elezioni russe in territorio ucraino una farsa»

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È un condensato della politica estera del governo quello che in poco meno di un’ora la premier Giorgia Meloni comunica al Senato in vista del Consiglio europeo. A cominciare dal tema – le elezioni della Russia in territorio ucraino – che sta tenendo banco all’interno della maggioranza dopo le frasi di lunedì del vicepremier Matteo Salvini (oggi assente a Palazzo Madama, con il presidente dei senatori della Lega che lo difende: «Avrà avuto qualche impegno»).

«Ribadiamo la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino», dice la presidente del Consiglio, aggiungendo che con il decesso di Nalvalny il suo nome come simbolo del sacrificio per libertà non sarà dimenticato». Poi nel ribadire il sostegno a Kiev dell’Italia, insieme a tutta l’Europa che «non è divisa in serie a e serie b», ma dicendo no all’invio di soldati per non alimentare un’escalation, la premier si chiede: «Come ci si può sedere al tavolo delle trattative con chi non ha mai rispettato gli accordi?». E poi sulla cooperazione con l’Ucraina aggiunge: «Non si tratta dell'impegno a fornire armi, ma di un'intesa che riguarda una cooperazione a 360 gradi, come è naturale che avvenga con uno Stato che ha avviato il processo di ingresso nell'Unione europea».

Ma la premier nel suo discorso tocca anche l’altro scenario di guerra, quello in Medio Oriente in cui ammette che «non possiamo restare insensibili di fronte all'enorme tributo di vittime innocenti a Gaza, vittime due volte: di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e delle truppe israeliane». Un popolo verso cui a Bruxelles «riaffermeremo la necessità di assicurare la consegna in sicurezza degli aiuti umanitari» e il sostegno per aprire «un canale marittimo da Cipro a Gaza finalizzato alla consegna di quegli aiuti». E in sede Ue, continua Meloni, «ribadiremo la nostra contrarietà a un'azione militare di terra da parte di Israele a Rafah che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell'area».

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Ma nel suo discorso al Senato – domani mattina replicherà alla Camera – la premier spazia su più fronti, cominciando dalla necessità di puntare sulla difesa Ue che significa «investire nella propria autonomia» e dunque occorre approfondire anche sulle risorse che serviranno per «fare un salto di qualità» sul fronte della difesa europea. Anche perché – ribadisce Meloni - «la libertà ha un costo, la sovranità ha un costo». Poi sul fronte dei migranti dove, dice Meloni, si vedono i risultati dei memorandum sottoscritti come quello con la Tunisia, la premier spinge a non abbassare la guardia e a non guardare in maniera pregiudiziale agli accordi che, come Ue, si fanno, come quello sull’Egitto che ha ribadito un «paradigma di cooperazione con gli Stati del Mediterraneo». Perché quello che serve è «una alleanza globale contro i trafficanti». Infine, sul fronte agricoltura, tema in cui la premier dice di essersi occupata prima della discesa in strada dei trattori, sostiene di aver accolto con favore «l'annuncio della Commissione sul ritiro definitivo della proposta legislativa in materia di agrofarmaci, che il Parlamento europeo prima e il Consiglio poi avevano bocciato» e che anche la revisione della Pac «va nella giusta direzione».

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